"Benché molto nuovo, Shanghai non sembra un tracciato artificiale, ma anzi ha ‹personalità›. La prima curva è insolita: si affronta a velocità elevata e anche in entrata è flat, poi però il raggio si fa sempre piú stretto e bisogna scalare fino in seconda. La città in pieno boom è affascinante, ma i contrasti sono violenti: a edifici supermoderni si affiancano a pochi metri quartieri poverissimi," ha commentato Nick Heidfeld.
"Quello di Shanghai è un tracciato che richiede un’elevata efficienza aerodinamica e molta downforce in curva; al tempo stesso, grazie ai lunghi rettifili e alla pista larga, agevola le manovre di sorpasso. Soprattutto nella prima curva è necessario avere un buon bilanciamento della vettura, perché i piloti entrano a velocità elevata e staccano in curva. In passato il problema è stato spesso quello di una forte usura delle gomme, ma adesso la situazione dovrebbe essere meno critica," ha spiegato Willy Rampf.
" Per dimensioni, la struttura di Shanghai non ha eguali e il suo layout è molto impegnativo. Dal punto di vista commerciale, per BMW e i nostri partner il GP della Cina è di grande interesse, perché questo mercato ha un enorme potenziale di crescita. Nel 2006 BMW ha realizzato un incremento del 40 per cento rispetto all’anno precedente. In Cina, BMW ha anche un sito produttivo nel quale vengono prodotti modelli delle Serie 3 e 5," ha concluso Mario Theissen.
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