
Molti hanno immediatamente pensato alla Embratel, una compagnia telefonica brasiliana sponsor di Bruno Senna fin dal 2006. Siccome l’ex pilota di HRT e Lotus è uno dei candidati a sostituire Rubens Barrichello nel secondo sedile della Williams, l’accostamento sembrava logico. Ma il borsino del mercato piloti negli ultimi giorni sembra aver riportato in pole position per la riconferma proprio Rubinho, favorito da Frank Williams e dal management tecnico, che non vorrebbe rischiare di avere due piloti di scarsa esperienza.
A gettare ulteriore acqua sul fuoco ci si è messo poi lo stesso Senna, scrivendo sulla sua pagina di Facebook che “nonostante alcune voci, la mia situazione resta la stessa di prima: in altre parole, non ho ancora la conferma di nessun team e sto ancora lottando per ottenere un posto in F1″. Insomma, sembra proprio che per conoscere il nome del prossimo sponsor principale della Williams dovremo guardare altrove.
E un indizio arriva nientemeno che dal Qatar: il giornalista Joe Saward avanza infatti l’ipotesi che a sostituire il marchio della AT&T sulla carrozzeria della monoposto di Grove potrebbe essere il gruppo Qtel, compagnia telefonica nazionale del Qatar attiva anche in altre 17 nazioni tra cui Indonesia, Kuwait e Iraq, che conta su ben 82 milioni di clienti ed è in crescita in Asia, Medio Oriente e Africa, dove sta sviluppando una rete broadband chiamata wi-tribe.
Fin dagli anni ‘80, la Williams è stata il team più attento alla zona mediorientale per il proprio business. E la Qtel sta aumentando le sue sponsorizzazioni sportive negli ultimi anni, arrivando l’anno scorso a finanziare la 12esima edizione degli Arab Games. Come se non bastasse, il logo dell’azienda è blu e bianco, colori che si adatterebbero perfettamente con la consueta livrea della Williams.
Non solo, ma un aspetto chiave della strategia della Qtel è rappresentato da uno schema chiamato mHealth, che utilizza una tecnologia mobile avanzata per fornire aggiornamenti medici e avvisi a individui e organizzazioni: un lavoro simile a quello compiuto dalla McLaren Applied Technology sfruttando l’esperienza della F1. Un’area in cui la Williams potrebbe rivelarsi molto utile.