pirelli_97Luglio è arrivato, è con esso anche un intenso mese di GP, prima della lunga pausa estiva di agosto, durante la quale la Formula 1 andrà in vacanza. O perlomeno questo è quello che faranno i piloti, visto che nelle fabbriche delle scuderie si continuerà a lavorare sodo, in vista della seconda, e decisiva, metà di stagione, a maggior ragione dopo l’equilibrio che si è visto in pista finora. (continua...)

 

Ma quella che prenderà il via con il GP di Silverstone, in programma domenica, è anche una fase calda dal punto di vista climatico, con le gomme che rivestiranno un ruolo molto importante nell’economia delle gare. Se in Gran Bretagna la Pirelli ha optato per il salto di mescola, mettendo a disposizione di team e piloti soft e hard, per le prove di Germania e Ungheria la scelta è caduta ancora sulle morbide, affiancate però dalle medium.

Tra l’altro per quanto riguarda Hockenheim, novità assoluta  per Pirelli, dato che lo scorso anno si è gareggiato al Nurburgring, il gommista italiano si è dovuto basare sui dati emersi dalle simulazioni, oltre che da quelli rilevati nella prova della GP3 corsa sul tracciato tedesco. Al di là del lavoro in pista, la Pirelli si trova nuovamente al centro di considerazioni extra-gara, subendo un nuovo attacco sulla qualità dei suoi pneumatici, stavolta ad opera di Helmut Marko, onnipresente consigliere della Red Bull.

L’accusa lanciata dal 69enne ex pilota austriaco riguarda la differenza di qualità fra le diverse mescole costruite dalla casa milanese, dato che, secondo Marko, i pneumatici funzionerebbero al meglio solamente all’interno di un intervallo prestazionale definito “ridicolmente piccolo”, che favorirebbe, inoltre, le monoposto costruite secondo design ingegneristici più semplici, in quanto queste vetture “raggiungono più facilmente quella finestra”.

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Il consigliere della Red Bull ha aggiunto, comunque, di essere consapevole del fatto che la Pirelli stia seguendo le impostazioni ricevute al fine di rendere più emozionante lo spettacolo in pista, spiegando infine come sia difficile per tecnici e piloti capire come far funzionare bene le gomme: “Normalmente il degrado di un pneumatico è costante, mentre può capitare che le Pirelli lavorino bene per un giro, mentre in quello successivo crollano. Ad esempio in Malesia, quando Webber aveva gomme dure abbiamo modificato leggermente l’incidenza dell’ala anteriore; una modifica marginale, eppure improvvisamente ci siamo trovati ad essere oltre un secondo più veloci, pensando di avere una gran macchina. Invece, una volta montate le morbide, abbiamo perso ben otto decimi sul giro”.