formula_1095La crisi economica attanaglia il mondo? Per la gente comune sicuramente sì, ma buttando un occhio nel paddock della Formula 1, si direbbe che da quelle parti non se la stiano passando per niente male. Fra diritti televisivi sempre più costosi (chiedere alla Rai per questo) e accordi con i circuiti a cifre sempre piuttosto elevate, il circus non sembra perdere quella sua aurea dorata che lo contraddistingue, nonostante da tempo si sostenga, nell’ambiente, che occorra dare una netta sforbiciata ai costi delle scuderie. (continua...)

 

Una questione, a parole perlomeno, sempre attuale, ma sulla quale non è che finora si sia fatto poi molto, e che nello scorso inverno è stata alla base del naufragio dell’associazione dei team, la FOTA, dopo l’addio di Ferrari, Red Bull, Sauber e Toro Rosso. La mancanza di unità da questo punto di vista è forse il motivo per cui il presidente della Ferrari, Luca di Montezemolo, è tornato di nuovo a farsi sentire, mostrando peraltro una certa impazienza, invitando FIA, team e capi della F1 a riunirsi il prima possibile: “La situazione economica mondiale, e quella europea in particolare, è molto grave, e la Formula 1 non può ignorarlo. Non possiamo perdere altro tempo, dobbiamo affrontare con urgenza e determinazione la questione dei costi; la Ferrari è d’accordo con la Federazione sulla necessità di un taglio drastico. Resto convinto del fatto che i team e chi detiene i diritti commerciali debbano collaborare con la FIA su questo fronte; non è più il momento di impantanarsi in discussioni sterili o nei meandri ingegneristici. Il tema va affrontato ai più alti livelli, senza ulteriori indugi ”.

L’ipotesi più gettonata, soprattutto da parte delle squadre più piccole, resta quella di impostare un tetto di spesa annuale, che i team potrebbero gestire a piacimento, ma con la FIA a controllare che venga rispettato. Un limite dal quale verrebbero esclusi gli ingaggi dei piloti, il marketing, e il costo dei motori. Proprio i propulsori rappresentano una fastidiosa spina nel fianco per le scuderie, in vista dell’adozione, a partire dal 2014, dei turbo a sei cilindri, il cui sviluppo starebbe comportando una spesa maggiore del previsto, con i team minori che iniziano a temere di ritrovarsi a pagarli molto di più di quelli attuali, che gli vengono forniti ad un prezzo sicuramente più accessibile. Con questo scenario l’ipotesi di un rinvio del ritorno del turbo in F1, ventilata nelle scorse settimane, appare sempre più probabile.

Montezemolo ha trovato totale supporto in un suo illustre ex dipendente, ovvero il presidente della Federazione, Jean Todt. L’ex direttore generale della scuderia di Maranello ha dichiarato, proprio a ridosso del FIA World Motor Sport Council di venerdì, la disponibilità del governo dello sport automobilistico a collaborare con le squadre e i motoristi, per cercare una soluzione alla questione dei costi: “È vero, il pacchetto tecnico per il 2014 sarà più costoso rispetto a ora, ma ci siamo già consultati con le case produttrici dei propulsori per diminuire l’impatto economico. Abbiamo già concordato, ad esempio, una riduzione nella fornitura annuale dei motori, che saranno, per ogni pilota, 5 nel 2014, e 4 nel 2015”.

Questo è, però, solo un primo passo; Todt ha aggiunto che il direttore amministrativo della FIA, Damien Clermont, è in contatto costante con team e motoristi di Formula 1, per i costi, rispettivamente, di telai e propulsori. Dalla Renault, intanto, è arrivata una prima proposta per risparmiare, ovvero abolire il numero limite di scuderie che i fornitori di motori possono avere come clienti, attualmente corrispondente a tre. Su questa soluzione, Todt si è mostrato un po’ scettico: “Al momento l’intenzione è quella di proseguire con le norme esistenti, ma se ci sarà il bisogno di rivalutare una specifica situazione, se ne parlerà. Deve essere il presidente della FIA a inoltrare proposte al Consiglio Mondiale (che saranno sottoposte ad un voto via fax entro il 30 giugno, ndr)”, ha affermato il 66enne francese, chiarendo bene che nessun cambiamento potrà essere stabilito senza passare dai canali decisionali tradizionali, ovvero la Commissione F1 prima, e il Consiglio Mondiale poi.

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