
Ovvero il sistema che indirizza verso il diffusore flussi di aria derivanti dalla combustione di carburante, spinto sugli scarichi apposta per bruciare e produrre gas caldi, da utilizzare per mantenere costante il carico aerodinamico. Il tutto avviene non solo nella normale fase di accelerazione, ma anche in quella di rilascio del pedale.
Una soluzione cervellotica ma efficace, che però la Federazione sembra propensa a bandire, perchè in questo caso il motore agisce come dispositivo aerodinamico mobile. E in quanto tale è vietato dal regolamento.
Proprio per questo motivo giovedì si è riunito il gruppo tecnico della FIA, insieme a Charlie Whiting, per mettere a punto i termini del divieto, che dovrebbe entrare in vigore in tempo per il GP di Gran Bretagna, in programma a Silverstone il 10 luglio.
Una decisione che determinerà conseguenze per tutte le squadre, in misura maggiore o minore a seconda dei casi, ma le più penalizzate saranno ovviamente quelle che finora hanno tratto maggiori vantaggi dal suo utilizzo. Ovvero Mercedes, Renault, e soprattutto Red Bull; ed è proprio su questo provvedimento che Ferrari e McLaren basano tutte le speranze di limitare lo strapotere di Sebastian Vettel e della RB7. La quale da una parte potrebbe andare incontro a problemi di surriscaldamento del motore, ma dall’altra risolverebbe piccoli problemi legati al consumo di benzina.
Le conseguenze non dovrebbero essere quindi così grandi, riguardo all’equilibrio delle forze in pista, ma ciò non basta a placare l’ira di Adrian Newey, che si è sfogato sulle pagine di “Autosprint”: “Sono favorevole al cambio delle regole a campionato in corso, se si tratta di questioni importanti come la sicurezza, ma questo non è proprio il caso. Tutto ciò è assurdo”.
La pensano in maniera totalmente opposta McLaren e Ferrari. A Woking si augurano che in questo modo sarà possibile avvicinare la Red Bull in qualifica: “Se gli scarichi soffiati saranno vietati, potrebbe esserci un avvicinamento di circa mezzo secondo”, ha dichiarato Martin Whitmarsh ad “Auto Motor und Sport”.
Non completamente d’accordo col suo capo è Jenson Button, per il quale i successi dei campioni del mondo non si basano solo su questo sistema: “Loro lo utilizzano pienamente solo in qualifica, mentre in gara no”, ha analizzato il pilota inglese.
Anche a Maranello si spera nella svolta dovuta al divieto, ma il collaudatore Marc Genè invita ad essere realisti e restare coi piedi per terra: “Non credo che la forza della Red Bull ruoti esclusivamente attorno al soffiaggio degli scarichi. Certamente sono stati i primi a sviluppare questa soluzione, ma nessuno degli avversari sa con certezza cosa la rende così competitiva. Probabilmente è tutto il pacchetto vettura a funzionare bene”, ha spiegato lo spagnolo.
Una questione che probabilmente non si esaurirà con il divieto della Federazione, in quanto la Red Bull sembra avere tutta l’intenzione di presentare un eventuale ricorso.