
Proprio nei giorni in cui si sarebbe dovuto correre il GP sul circuito di Sakhir decine di migliaia di persone sono di nuovo scese in strada e gli osservatori internazionali hanno espresso forte preoccupazione per il dispiegamento di forze armate Saudite nel territorio del Bahrein. Secondo un portavoce del Pentagono la situazione è lontana dal considerarsi tranquille e anche l’approssimarsi del 1° maggio come data in cui si discuterà la riprogrammazione del GP “potrebbe essere fonte di altre tensioni”.
Il sovrano del piccolo regno, re Hamad, martedì ha dichiarato tre mesi di stato d’emergenza, il che rende il possibile ritorno alla normalità ben oltre la scadenza del 1° maggio, termine fissato per la riunione del WMC e per la decisione di un’eventuale riprogrammazione del GP del Bahrain. Lo stesso re inoltre avrebbe ordinato di ristabilire l’ordine anche con l’uso della forza. Una fonte autorevole come “Bloomberg” ha dichiarato che il prezzo del greggio ha subito un’impennata per il timore di un’escalation della situazione, visto anche la richiesta di intervento delle autorità locali alla vicina Arabia Saudita. Questo provocherebbe un coinvolgimento dell’Iran, da sempre in tensione con l’Arabia Saudita, e che ha appoggiato la protesta della maggioranza sciita in Bahrain.
Nonostante questo quadro certamente poco rassicurante un portavoce della FOM ha rilasciato una dichiarazione che suona lo stesso fiduciosa: “la decisione sarà presa entro i termini previsti e rispetteremo questi termini, abbiamo un obbligo nei confronti degli organizzatori“, lo stesso portavoce ha poi continuato, “anche se la situazione è molto incerta stiamo monitorando la situazione giorno per giorno per valutare la decisione finale da prendere.”