formula_595Motori turbo quattro cilindri da 1.6 litri e vetture a effetto suolo: sarà questa la Formula 1 del dopo 2013, alla scadenza dell’attuale Patto della Concordia. A deciderlo a maggioranza è stato il gruppo di lavoro tecnico che raccoglie gli ingegneri di tutti i team, riunitosi negli ultimi giorni. (continua...)

Come risultato, è stata disegnata una profonda rivoluzione tecnica pronta a trasformare la faccia della massima formula tra due anni. Propulsori che passeranno da otto a quattro cilindri, con una cilindrata di appena 1.6 cc, ma dotati di turbocompressore, per portare la potenza a circa 650 CV, e dalla durata prolungata: ogni pilota ne avrà a disposizione solo cinque all’anno.

Dal punto di vista aerodinamico, un brusco ritorno al passato, a quell’effetto suolo introdotto negli anni ‘70 e poi proibito poco dopo, a causa dell’instabilità ad alte velocità e della tendenza alla rottura delle minigonne che faceva da contraltare all’incredibile carico sviluppato in curva. Il ritorno di questa soluzione, nelle intenzioni dei tecnici, dovrebbe migliorare il sorpasso permettendo al carico di essere generato dal fondo della vettura piuttosto che dalle ali, che risultano profondamente disturbate quando le vetture si ritrovano in scia.

“Questo renderà le vetture meno sensibili all’assetto, perciò più semplici da guidare,” racconta Frank Dernie, ingegnere veterano degli anni ‘80. “E’ una soluzione che mi piacerebbe molto e penso sarebbe solo un miglioramento. In più sarebbe sufficiente un motore meno potente.” “Inoltre, vorremmo migliorare la protezione agli urti dell’anteriore della vettura spostando le pance più avanti,” rivela il direttore tecnico della Williams Sam Michael.

Per rendere la Formula 1 non solo più spettacolare, ma anche più attenta alle esigenze ecologiche, gli ingegneri hanno previsto l’introduzione di un limite al consumo dei motori. “Piuttosto che bruciare il maggior quantitativo possibile di carburante, ci sarà un misuratore che non permetterà di alimentare più di una certa quantità di benzina,” spiega Michael. Bruciare oltre 150 kg di combustibile per ogni vettura ad ogni Gran Premio rischia di non essere più una soluzione sostenibile a lungo termine.

Un altro dispositivo allo studio, con il doppio obiettivo di aumentare i sorpassi e ridurre lo spreco di energia, è il boost: una versione migliorata del KERS (che sarà reintrodotto già dal prossimo anno), un “bottone velenoso” che permetterebbe al pilota di usufruire di un 20% di potenza addizionale per 20 secondi o più.

Proposte interessanti, dunque, ma che per diventare realtà dovranno essere accettate dalla FIA. Il nuovo presidente Jean Todt ha incaricato Gilles Simon, suo ex collaboratore alla Peugeot e alla Ferrari, di sovrintendere questa cruciale fase di transizione. Ma il recente passato ci insegna che lo scontro tra le esigenze delle squadre e quelle della Federazione rischia di essere molto cruento. E, se aggiungiamo a questo la necessità di ridiscutere la suddivisione degli introiti dei diritti commerciali con la FOM di Bernie Ecclestone, è facile capire perchè i prossimi anni potrebbero regalarci una nuova guerra in Formula 1 con annesse, ormai consuete, minacce di scissione.

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