formula_461Sarà per la sua comprovata abitudine a vivere oltre il limite, o per la sua innata spregiudicatezza, o per quel piccolo gusto insano di sognare sempre oltre il consentito. Ma Ivone Pinton, alla proposta indecente di portare la Durango all’esordio in Formula 1, ci crede veramente. Intanto, con il suo annuncio di ieri, l’appassionato imprenditore veneto ha ottenuto un primo obiettivo: quello di dimostrare che la Durango, dopo i guai economici di fine 2009 che l’hanno portata al forfait definitivo dalla GP2 Series, è una realtà ancora viva e agguerrita. (continua...)

Ma Pinton giura di non volersi fermare qui. Agli addetti ai lavori, che hanno accolto la sua sparata come nulla più che un’ambiziosa trovata di marketing, risponde spiegando che, stavolta, le coperture finanziarie all’operazione non mancano: alle spalle ci sono due gruppi industriali provenienti dai paesi emergenti. 422race.com ha raggiunto un raggiante Pinton per raccogliere i primi commenti dopo la manifestazione d’interesse depositata ieri alla FIA. E se la sua stima dell’“80% di possibilità di successo” è probabilmente da ascriversi a quell’ottimismo di cui sopra, tra le righe del suo discorso da abile affabulatore emerge un progetto più serio di quanto all’inizio fosse lecito pensare.

Ivone, come ti è venuta l’idea di rilanciare un progetto Formula 1 per la Durango?
“Come il sogno di tutti i piloti che iniziano a correre è quello di arrivare in Formula 1, il sogno di tutti coloro che costruiscono macchine è quello di realizzare una monoposto per la massima formula. Tenuto conto che noi abbiamo già realizzato un prototipo che ha corso la 24 Ore di Le Mans e vinto la 6 Ore di Vallelunga, lo sbocco di crescita ulteriore per la Durango non può che essere quello. Oggi abbiamo due gruppi che sono pronti a sostenerci e quindi ci imbarchiamo in questa avventura. Se saremo in grado di fare tutto da soli, meglio, altrimenti sono pronto ad appoggiarmi a qualche struttura già esistente e a trovare lo spazio giusto.”

Già in passato fosti molto vicino ad approdare nella categoria regina.
“Sì. Il tentativo risale al 1995, quando potevamo contare sulla sponsorizzazione della Agip Petroli e su un accordo per la fornitura di motori con la Yamaha. Poi il progetto saltò perchè venne meno il motorista. Correre senza motori era impossibile e anche la soluzione di utilizzare motori in affitto da altri costruttori era impraticabile, all’epoca, perchè troppo costosa. Avevo già contattato la francese Aerospatiale, che aveva collaborato alla progettazione dei telai per la Simtek, ma questa defezione mi convinse a gettare la spugna. Fu una mia decisione, che non vide d’accordo alcuni dei miei sponsor. Ma era l’unica possibile, se volevamo evitare di fare la fine della Simtek o della Forti, cioè di sopravvivere sei mesi e poi dover abbandonare.”

Puoi dirci qualcosa di più sui due gruppi che ti sostengono?
“Uno è un gruppo originario dei paesi dell’Est Europa e con cui sono venuto in contatto tramite un manager italiano che è mio caro amico. L’altro è un gruppo indiano ma con sede in Dubai, anch’esso legato a dei miei sponsor. Devo dire che non ho fatto nemmeno una particolare fatica a trovarli, perchè mi sono venuti a cercare loro. Si tratta di contatti frutto di anni di buon lavoro e di amicizie.”

Dopo la manifestazione d’interesse, la prossima scadenza è per fine giugno, quando bisognerà depositare la proposta di iscrizione completa alla FIA. Come hai intenzione di muoverti nei prossimi mesi?
“Ora ho messo in preallarme entrambi i gruppi. A fine aprile firmerò un precontratto con quello dell’Est Europa, in modo da poter fornire le necessarie garanzie alla FIA quando mi sarà richiesto. Da lì inizieremo a costruire il tutto.”

Se dovessi darci una percentuale di probabilità di successo?
“Penso che siamo intorno all’80%. Oggi, secondo me, il problema non è tanto se si è bravi o meno a fare le cose, quanto se si hanno le sufficienti basi economiche. Da questo dipenderà la decisione della FIA. Se non saremo scelti, comunque, sostenuti da questi due gruppi potremo anche collaborare con una delle tre-quattro squadre che al momento sono in bilico. La situazione è molto fluida, al momento.”

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