Al secondo anno col motore Honda, con la prima stagione funzionale all'accordo tra il costruttore giapponese e il team capofamiglia (la Red Bull) e quindi mirata soprattutto a “prendere le misure”, siamo alla verifiche. E' chiaro che il motorista, ormai, deve una volta per tutte dimostrare di aver realizzato una power unit competitiva. Questo per le alte, altissime aspettative programmatiche della Red Bull; ma ciò avrà certamente determinanti ripercussioni anche sui risultati della Toro Rosso che, peraltro, sembra aver realizzato una monoposto curata e ben costruita.

La STR14 sembra mediare un mix di soluzioni tecniche e filosofie già viste in diverse monoposto. Le soffiature sui supporti dell'ala anteriore in perfetto stile Mclaren, le prese d'aria delle fiancate in “odore” Ferrari”, l'andamento dei fianchi tipici della scuola Newey.

L'aspetto generale è gradevole, al netto di quelli che saranno i risultati in pista che potremo verificare solo in seguito con l'andamento della stagione.

Sintetizzando possiamo solo dire che il piccolo team con sede italiana ha, come sempre, ben lavorato.

Ed è riuscito a far scendere in pista la propria monoposto molto in fretta, sia pure per lo shakedown, al lavoro per raccogliere i primi riscontri tecnici, visto il gran lavoro di affinamento necessario prima dell'imminente inizio del campionato.