LA MAIONESE E "L'EFFETTO CORIOLIS"
Amici di GPX avrete notato in questo anno e mezzo che ci frequentiamo che sono molto parco nell'apertura di nuovi 3D.
Con l'anno nuovo cercherò di migliorare.
Ne apro uno completamente scollegato dal modo dei motori e delle corse, dove, chi ne ha voglia, potrà raccontare storie di ogni tipo, vere o inventate.
Comincio io con questa che spero vi piacerà.
Buona lettura a tutti.
La maionese e "l'effetto Coriolis"
Negli ultimi anni della mia frequentazione universitaria studiavo con assiduità assieme al mio amico Marco, fidanzato da tempo con Cristina, paziente nel tollerare i nostri estri universitari, che ne ritardavano le giuste nozze, e cuoca a cinque stelle.
Una sera in cui stavamo studiando assieme a casa sua. Marco mi invitò a cenare con alcuni loro amici in una casa che avevano preso in affitto sull'Appennino. Accettai di buon grado (eravamo e siamo entrambi buonissime forchette) soprattutto perchè ero (sono e sempre sarò) un profondo estimatore della cucina di Cristina, autentica "hors categorie" dell'arte più difficile.
Eravamo una dozzina ed il menu si presentava invitante come sempre.
Ricordo una gran varietà di antipasti, un primo, appetitoso certamente, ma che non saprei descrivere, mentre quello che ricordo perfettamente è che essendo venerdì, quindi vigilia, il secondo era di pesce: uno splendido salmone lessato con contorno di verdure ed altre delicate delizie.
Naturalmente tutti erano tenuti a contribuire secondo le loro caratteristiche: le ragazze si affaccendavano a pulire la verdura, a preparare le tartine ed i dolci, i ragazzi più affidabili erano incaricati della preparazione della tavola e dell'accensione del caminetto (era autunno inoltrato).
Io e Marco, laureandi in ingegneria elettronica quindi quanto di meno pratico esista in natura, venimmo destinati da Cristina che, oltre che occuparsi dei piatti più difficili, coordinava i volonterosi aiutanti, alla preparazione della maionese.
Ci vennero consegnati, oltre alle uova - "Solo i tuorli così evitiamo che mi sbattiate anche le chiare"- il limone -"Già strizzato, così c'è solo da versarlo" - e l'ampolla dell'olio - "Un filo sottile e costante mentre sbattete i tuorli con le due forchette"-
Infine la raccomandazione più importante fatta cona la voce che non ammetteva repliche "da ingegneri" : -"Si sbatte sempre dalla stessa parte, non importa quale, basta che sia sempre la stessa. Se partite verso destra proseguite sempre verso destra, se invece partite verso sinistra proseguite sempre verso sinistra. Guai a invertire il senso altrimenti la maionese 'impazza' "
Dalle nostre parti si dice che la maionese 'impazza' quando perde la consistenza faticosamente conquistata attraverso l'emulsione dell'olio e del limone con il rosso dell'uovo e l'aria (ottenuta a spese dell'energia meccanica trasmessa alla miscela) e si trasforma da morbida crema a liquido scivoloso: una maionese 'impazzata' è commestibile solo nel senso che non avvelena, ma non è più maionese. Inoltre per preparare una buona maionese ci vogliono dieci minuti, per farla 'impazzare' bastano dieci secondi.
Ci organizzammo: io con in una mano l'ampolla dell'olio e nell'altra quella col succo di limone garantivo l'apporto di una quantità costante nel tempo dei fluidi reagenti, Marco, impugnate le forchette si occupava di fornire al composto la necessaria quantità di lavoro meccanico propedeutico all' emulsione ed un pizzico di sale.
Dopo qualche minuto l'ingegnere ebbe la meglio.
-"Marco" -dissi in forma dubitativa- "ma secondo te come fanno le uova, il limone e l'olio ad accorgersi che il moto si inverte? Chi è che gli dà il sistema di riferimento ?"-
-"Già"- mi rispose Marco-"ma se anche riesce ad accorgersi dell'inversione del moto, cosa sarà che rende instabile il composto. L'energia meccanica fornita è la stessa e si trasforma comunque nella stessa quantità di calore che dev'essere quello che serve a trasformare uova, olio e limone in maionese..."-
-"Il lavoro meccanico"- conclusi neppure fossi Isaac Newton- "è una grandezza scalare...e l'equivalenza calore-lavoro"-intervenne Joule-"non dipende dalla quantità di moto"-
Marco annuiva sempre più convinto in cuor suo di tradire i tre principi della Dinamica.
-"Certo che dev'essere un bel mistero..."- replicai continuando a fornire olio e limone in giusta misura.
-"Ma che mistero ! Saranno tradizioni senza fondamento scientifico, oscurantismo medievale !"- tagliò corto Marco -"Non è possibile una cosa del genere...non si spiega"
-"Di sicuro, secondo me anche cambiando senso non succede niente."- conclusi incamminandomi su un sentiero pericoloso
-"Ma certo"- rispose Marco-"cosa vuoi che succeda, sono superstizioni..."- mi seguì Marco.
-"Comunque ..."-
-"Proviamo e vediamo quel che succede..." - disse galileianamente Marco dando il comando di macchine ferme e indietro tutta.
-"Tanto chi vuoi che se ne accorga, la fisica è con noi..." - ribadii io.
Per fortuna, con noi, oltre ai padri della Fisica moderna c'era anche Cristina che, conoscendo i suoi polli ,ci teneva d'occhio e con un intervento non descritto in nessun testo di Meccanica classica o di Termodinamica, ci strappò di mano la zuppiera dove dopo qualche minuto d'inversione del moto la maionese stava rapidamente trasformandosi in un brodo giallastro, e in pochi minuti al ricondusse ad un comportamento dignitoso.
Recuperata la salsa per il salmone ci guardò e si limitò a scossare la testa allontanandosi.
La cena, non per merito nostro, fu splendida.
Al dolce, un tiramisu dalla preparazione del quale eravamo stati tenuti a prudente distanza, tornò fuori la domanda.
-"Oh Francesco"- mi chiese serio Marco con un bicchiere di vinsanto ed un cantuccino in mano- "ma che sarà stato che cambiando verso al moto..."-
-"Dev'essere l'effetto Coriolis..."- risposi mentre finivo la seconda coppetta di tiramisù.
E fummo felici così, perchè la colpa l'aveva presa un francese.