(parte 2)

Invece riuscì a tornare nella partita grazie al sostegno economico della Ower Organisation che si accollò le spese per la costruzione di nuovo esemplare. La monoposto, il Bluebird CN7 Proteus ottenne finalmente il record assoluto fissandolo a 648,728 km/h nel 1964 nella base stabilita sul lago Eyre in Australia.



Donald Campbell raggiunse l'apice del successo con questa storica impresa, affiancata da un nuovo record su acqua stabilito il 31 dicembre 1964 sul lago Dumbleyung con 441,61 km/h che lo pose come l'uomo più veloce del globo terracqueo nello stesso anno solare...
...fino all'ultimo tragico epilogo.


(Bluebird 1964)

Morì durante un nuovo attacco al record sull'acqua, sul lago di Coniston (GB) il 4 gennaio 1967 per l'improvviso decollo del suo Bluebird K7 durante la corsa di ritorno (ogni tentativo di record su terra o acqua doveva essere calcolato sulla media di due distinte prove in opposte direzioni nell'arco di un lasso di tempo stabilito).

I resti del pilota e dell'imbarcazione inabissati restarono dispersi sul fondo del lago, quasi dimenticati...
...fino a che un certo Bill Smith, titolare di una importante azienda inglese, ascoltò un brano del gruppo scozzese dei Marillion che ne cantava il triste evento e decise di intraprendere una seria spedizione di ricerca, culminata col positivo ritrovamento nel 2001.

In questo articolo riportiamo un recente articolo della rivista Autosprint (su cinque immagini scannerizzate delle pagine) e (qui di seguito) la trascrizione di due precedenti e distinti articoli apparsi su una rivista curata dal Fan Club italiano dei Marillion che ripercorrono quasta incredibile vicenda che sa di leggenda.
Per chi volesse visionare l'intera copia del Fanzine (a pagina 22 e 24 ci sono i due articoli in questione e a pagina 27 c'è in più anche uno scritto-diario dello stesso leader dei Marillion Steve Hogart - alias "H" sul momento del ritrovamento al quale era stato doverosamente invitato) con alcune immagini, può scaricarsi questo PDF > Fanzine Marillion.


Tutto questo è una delle storie più incredibili degli ultimi tempi, un famosissimo recordman all'apice della sua carriera ed un clamoroso ma tragico evento sportivo che si trasformano in leggenda.
Ma che ritornano clamorosamente alla realtà sulla spinta di una emozionante canzone e della volontà di un illuminato appassionato.


Buona lettura.




Articolo 1 - dal Fanzine RTR n° 35 sui Marillion:
“...But only love will turn you round...”

La mattina dell’ 8 marzo 2001 una piccola folla si assiepava sulle rive del Lago Coniston per assistere al recupero del relitto del Bluebird, finalmente localizzato dopo trentaquattro anni di permanenza negli abissi limacciosi dopo il fatale schianto avvenuto il 4 gennaio 1967.

Assieme a una cinquantina abitanti del luogo, erano presenti la vedova del pilota, Tonia Berth Campbell (ora sessantaseienne) col resto della famiglia, gli amici, e… Steve Hogarth, in rappresentanza della band che, come vedremo fra un momento, ha avuto così tanta parte nella storia di questo ripescaggio.

Una settimana prima dell’evento, una squadra di dodici persone era giunta sulle rive del lago per approntare gli ultimi preparativi relativi al recupero del relitto. Il giorno fatidico, dopo cinque ore e mezza di lavoro, la squadra di sommozzatori, con l’aiuto di un sistema di elevazione idraulico di due tonnellate (!), faceva emergere, finalmente, dalle acque, la leggenda del luogo.

La prima a rivedere la luce del sole fu la coda, ancora intatta e avvolta nella sua vernice blu, con la bandiera dell’Union Jack ben visibile….

Ma facciamo un passo indietro: come è stato possibile tutto ciò? Nel n.27 di RTR, in occasione dell’uscita di ‘Afraid Of Sunlight’, vi avevamo parlato della storia del Bluebird e del suo ideatore Donald Campbell. Vi riproponiamo, nel box qui sotto, il servizio che pubblicammo all’epoca.

Ora riprendiamo il racconto dal momento della pubblicazione di ‘Out Of This World’. E’ stata infatti la lirica dedicata all’impresa di Campbell che ha fornito la principale motivazione al recupero dei resti del Bluebird da parte di Bill Smith, giovane ingegnere (e sarà solo un caso che si chiami come il disegnatore delle copertine dei Marillion?!) che aveva fatto fortuna con un antifurto per automobili nella nativa North Shields ed è ora proprietario di una società di esplorazione subacquea, la Kiltech Underwater.

Smith era alla ricerca di un’impresa con cui passare alla storia. Come succede nelle favole, un mattino d’estate gli capitò di ascoltare la canzone dei Nostri, resa con così tanta partecipe intensità da H. A suo stesso dire, fu l’attimo che gli cambiò la vita. Per quattro anni lui e la sua squadra si dedicarono alle immersioni necessarie per effettuare la mappatura, tramite sonar, delle zone dove, approssimativamente, si calcolava si fosse inabissato il Bluebird. Sia la figlia di Campbell, Gina, che la BBC, supportarono ampiamente l’iniziativa.

Ed ora, quattro anni dopo, il “miracolo” era lì dinanzi agli occhi di tutti, e il Nostro zio H non dev’essere stato meno commosso del resto degli astanti, visto che l’impresa di Campbell lo affascinò sino dalla tenera età, considerato che all’epoca della disgrazia egli aveva appena 12 anni.

Difficilmente avrebbe immaginato, allora, che la sua vita e la sua arte si sarebbero intrecciate così saldamente coi destini del Bluebird. Ora che il veicolo è stato riportato alla luce, resta il problema di trovargli una collocazione adeguata: a Coniston, nel Museo Ruskin, esiste già una sezione dedicata a Campbell, e la direttrice, Vicky Slowe, come anche la popolazione locale, cresciuta all’ombra di quella leggenda, spera che i resti gloriosi del Bluebird vengano destinati proprio al museo cittadino.

Nel frattempo, il resto della famiglia Campbell non è rimasto certo a guardare: per tenere alta la bandiera di zio Donald e nonno Malcom, nel 2000 Don Wales ha Malcom, nel 2000 Don Wales ha conquistato il primato britannico
di velocità su terra effettuato con un’automobile alimentata elettricamente.

Prima di lasciarvi alla lettura del Diario di H (lo poteve visionare scaricando il PDF del Fanzine N.d.R.) che racconta direttamente quella indimenticabile mattinata, termino questo articolo con piccolo aneddoto, molto tenero: la sera del concerto svizzero annullato causa tornado (!), quello del giungo 2001, mentre stavamo tutti quanti attorno a un tavolo a chiacchierare, H. mi prese leggermente in disparte e, con un’espressione fra il sornione, l’orgoglioso e il sognante, mi disse “Ti mostro una cosa”.

Tirò fuori da tasca il portafogli e ne estrasse un minuscolo involto… Sulle prime non capii e mi misi a osservarlo con fare interrogativo mentre lo svolgeva per mostrarmene il contenuto. Alla fine vidi un piccolissimo frammento di vernice blu… Sì,avete capito, Steve conserva gelosamente, nel suo portafogli, qualcosa di piu’ prezioso delle banconote cui è destinato: un pezzetto di un suo sogno di infanzia, una scheggia di vernice dello scafo del mitico Bluebird.