Non è mancato niente per rendere indimenticabile la 75° edizione della 24 ore di Le Mans. Colpi di scena, la pioggia, il confronto acceso nelle varie classi, la sfida del diesel, il duello delle case costruttrici.(continua) Non è mancato niente per rendere indimenticabile la 75° edizione della 24 ore di Le Mans. Colpi di scena, la pioggia, il confronto acceso nelle varie classi, la sfida del diesel, il duello delle case costruttrici. Non sono andate perdute le attese della vigilia, con la vittoria dell'Audi, la settima nelle ultime otto edizioni, la seconda consecutiva per il progetto R10 TDI. E' il trionfo dei Quattro Anelli di Ingolstadt per Frank Biela, Marco Werner ed il nostro Emanuele Pirro, al quarto successo nella maratona che vale una carriera, consecutivamente a podio dal 1999 ad oggi, ritoccando un record che già gli apparteneva. L'Audi conferma il proprio dominio nell'endurance, sintetizzando con il secondo trionfo della R10 dal propulsore a gasolio la propria supremazia tecnologica, giustificando gli investimenti sul progetto-diesel nelle competizioni coinvolgendo un colosso come Peugeot, in grado di chiudere il primo esame a Le Mans con il secondo posto arpionato dalla 908 HDI FAP di Sebastien Bourdais, Stephane Sarrazin e Pedro Lamy, l'equipaggio più veloce di Velizy. Non è stata una 24 ore di routine per i due colossi da 50 milioni di euro investiti nell'endurance: tanto Wolfgang Ullrich (boss Audi) quanto Michel Barge (responsabile Peugeot Sport) hanno passato una giornata a dita incrociate, trovandosi spesso vicini ad un infarto sportivo. Per l'Audi è stata la maratona più sofferta di sempre. Mai un equipaggio ufficiale è stato costretto al ritiro dal 2000 ad oggi, quest'anno addirittura due R10 hanno abdicato possibilità di lottare per il successo. Alla seconda ora il crash alla Tertre Rouge di Mike Rockenfeller (pilota di punta dell'equipaggio dei "giovani" composto da Premat e Luhr) complice la pioggia, alle 7:35 l'incidente di un incolpevole Dindo Capello con la R10 #2, volato contro il guard-rail per la perdita della posteriore sinistra. Ritiri pesanti che hanno costretto l'equipaggio #1 ad amministrare il vantaggio nelle ultime ore, facilitati anche dall'inconsistenza delle Peugeot, sempre dietro alle R10, alle prese con (naturali) problemi di affidabilità nella loro prima 24 ore. L'Audi ha vinto su tutta la linea: sul passo (poco meno di 30 minuti e le tre R10 erano già nettamente davanti), sulla costanza, sull'affidabilità. Così si costruiscono le leggendarie affermazioni alla Sarthè, su questo devono lavorare in Peugeot in ottica 2008 dove l'obiettivo dichiarato sarà quello di vincere. Risolvere i problemi di gioventù (a cominciare dalla trasmissione), pensare da vincenti e tornare, a 15 anni di distanza, a vivere l'endurance da protagonisti dopo le affermazioni della 905 nel biennio '92/93. Queste le prospettive per un 2008 con il sottofondo contraddistinto dal "sibilo" dei motori a gasolio: l'ACO ha realizzato un regolamento attualmente "a senso unico", dove per assurdo le barchette a benzina risultano nettamente sfavorite. "Abbiamo fatto la nostra migliore 24 ore", ha affermato Henri Pescarolo, "ma il regolamento favorisce nettamente le diesel". L'allarme lanciato dal recordman di presenze a Le Mans è di quelli destinati a farsi sentire, per un futuro della corsa più seguita del pianeta senza più un reale confronto (come dovrebbe, a livello teorico, essere) tra diesel e benzina. Altri problemi invece nella LMP2, dove ha vinto la Lola del Binnie Motorsport favorita anche dalla "moria" delle avversarie: solo due barchette classificate su undici iscritte, soliti problemi di affidabilità delle "Light" per una 24 ore. Sarà interessante seguire le mosse di Porsche e Honda/Acura per il 2008: protagoniste, assolute, in America, decideranno di puntare verso l'Europa nonostante un regolamento sfavorevole e poco concreto per le LMP2? Di tutt'altro genere la situazione in GT1, dove al terzo tentativo è riuscita a vincere l'Aston Martin, con la DBR9 ufficiale affidata a David Brabham, Rickard Rydell e Darren Turner. Battute le Corvette per un trionfo storico contraddistinto dal British Racing Green, dal sapore speciale per la Prodrive e per David Richards, nuovo titolare del marchio inglese. In Aston Martin Racing non hanno lasciato nulla di intentato con ben 5 DBR9 potenzialmente in grado di vincere (le due ufficiali e gli esemplari di punta di Larbre, BMS e Team Modena), sfruttando gli errori del passato e preparandosi a dovere per quest'edizione. Applausi per l'Aston, che piazza anche al terzo posto l'esemplare schierato dal team Larbre con il nostro Fabrizio Gollin in abitacolo; quinto posto invece per la DBR9 della BMS Scuderia Italia, giunta al traguardo con l'equipaggio Babini/Davies/Malucelli. Parlando della GT2, vittoria (finalmente) per la Porsche del team di Raymond Narac: la più competitiva 997 GT3 RSR (con la disponibilità dei velocissimi Lietz e Long, ufficiali di Stoccarda) è uscita fuori sulla distanza, dopo aver subito nelle prime fasi di gara la straordinaria competitività della Ferrari 430 del Risi con Melo/Salo/Mowlem. Il cavallino si è consolato con il secondo posto della berlinetta schierata dal team Risi per conto di Tracy Krohn, a podio insieme al socio storico Nic Jonsson e al giovanissimo protagonista della Grand-Am Colin Braun, alla sua prima 24 ore. Sul terzo gradino è salita la Porsche Autorlando (lodevole il lavoro del team bergamasco di Orlando Redolfi), quarta la 430 iscritta dalla AF Corse e gestita dalla JMB con anche Adrian Newey, progettista Red Bull F1, in abitacolo. Così si chiude la 75° edizione della 24 ore di Le Mans, appuntamento al 2008, il 'rematch' tra Audi e Peugeot... f1grandprix.it