red_bull_136Mark Webber ha corso le ultime, cruciali gare del 2010, mentre si trovava in piena lotta per il titolo Mondiale di Formula 1, con una spalla fratturata. E’ la clamorosa rivelazione che giunge dal suo libro ufficiale “Up front: a season to remember” e che, secondo quanto narra il pilota australiano, sarebbe stata tenuta segreta al suo stesso team negli scorsi mesi. (continua...)

Webber non è nuovo alle fratture: a fine 2008, in un incidente con la mountain bike, si ruppe la gamba destra risultandone sofferente all’inizio della stagione successiva. E nello stesso incidente, ad insaputa (inizialmente) della Red Bull, si fratturò anche la spalla sinistra. Per questo motivo, quando recenti voci avevano attribuito alla necessità di sottoporsi a un intervento chirurgico la sua assenza dai primi test con le gomme Pirelli ad Abu Dhabi di qualche settimana fa, tutti avevano pensato ai postumi di quell’incidente.

Invece, oggi il 34enne rivela di essere caduto di nuovo dalla bicicletta (stavolta per colpa della caduta di un amico davanti a lui) proprio quest’anno, a fine settembre, in occasione del suo ritorno in Australia dopo il Gran Premio di Singapore, a sole quattro gare dalla fine del Mondiale. Un momento in cui era nettamente in testa alla classifica piloti, con 21 punti di vantaggio su Fernando Alonso e 31 sul suo compagno di squadra e futuro iridato Sebastian Vettel.

Nello schianto, Webber ha riportato (stavolta alla spalla destra) la cosiddetta “frattura da sciatore” non grave, ma difficile da curare. E ha deciso di tenere ancora una volta nascosto al suo team l’accaduto, svelandolo soltanto al suo allenatore Roger Clearly e al medico della FIA, Gary Hartstein. In Giappone e in Corea, così, si è ritrovato a dover correre sotto l’effetto di iniezioni di cortisone.

“Stavo facendo un giro in bici con un mio grande amico,” si legge nel libro. “Improvvisamente, lui si è schiantato proprio di fronte a me e non ho potuto fare altro che finire dritto in mezzo alle orecchie del cavallo (il manubrio, ndr)! Suzuka è una pista brutale, perciò è stata una benedizione il fatto che il meteo giapponese mi abbia consentito di riposare anche al sabato. E una inezione di cortisone prima della gara mi ha aiutato. Alla fine, il weekend è andato bene.”

In Giappone, Webber ha concluso la gara al secondo posto. Poi, in Corea, con un errore sulla pista bagnata, il pilota australiano è finito a muro rovinando in maniera definitiva la sua rincorsa al Mondiale. E, a questo punto, il dubbio sorge spontaneo. “Non ho perso il titolo per colpa dell’infortunio,” sostiene lui. Ma si può davvero credere che un evento del genere non abbia avuto alcun’influenza nel suo improvviso calo di prestazioni di fine stagione?

Pure il suo team principal, Christian Horner, non l’ha presa bene: “Non sapevo nemmeno del libro, figuratevi della spalla,” ha ammesso il boss della Red Bull. “Ovviamente sono deluso e frustrato che Mark non mi abbia detto nulla. E’ stato un’infortunio che non è sembrato avere alcun effetto sulle sue prestazioni, ma comunque sarebbe stato bello saperlo.” Anche perchè, dopo il precedente del 2008, a Webber era stato imposto il divieto tassativo di salire di nuovo sulle due ruote.

“I nostri piloti hanno l’obbligo di assicurare la propria forma fisica. Sembra che le bici non vadano d’accordo con Mark, per cui sarebbe stato meglio se ci fosse rimasto lontano,” ha spiegato Horner al “Daily Telegraph”, a margine della cerimonia di premiazione al British Racing Drivers’ Club a Londra, durante la quale ha ritirato una stella d’oro proprio a nome di Webber.

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