sauber_01Peter Sauber avrebbe concluso la sua “campagna acquisti” 2010: dopo aver ufficializzato l’arrivo del giovane Kamui Kobayashi, oggi la svizzera “Blick” afferma che Pedro De La Rosa occuperà il secondo sedile della scuderia di Hinwil. Per lo spagnolo si tratterebbe un ritorno dopo aver disputato settantuno gare tra Arrows, Jaguar e McLaren, rimanendo collaudatore di quest’ultima sino alla passata stagione. (continua...)

Secondo lo spagnolo “El Mundo”, il team inglese gli avrebbe concesso fino all’ultimo giorno del 2009 per decidere se rinnovare il suo accordo per il prossimo anno. De La Rosa, fra l’altro, da anni è residente a Zurigo, a pochi chilometri dalla sede del team di Peter Sauber. Lo stesso Sauber ha fatto sapere che il pilota che sarà contrattualizzato sarà “un uomo esperto”, che porterà “nuova conoscenza al team”.

De La Rosa pare aver sconfitto la concorrenza di Nick Heidfeld, il quale ora dovrà trovarsi un posto tra i pochi sedili rimasti (Renault, Toro Rosso, Campos e USF1) per rimanere nel circus, mentre il catalano, che per ora non ha confermato la notizia, guiderebbe per la prima volta una monoposto motorizzata Ferrari.

Sempre da casa Sauber giunge la notizia che nei primi mesi dell’anno il team continuerà a mantenere il suo nome ufficiale di BMW Sauber F1 Team, con il quale ha presentato la sua iscrizione alla FIA per la stagione 2010, e che “non abbiamo ancora deciso quando faremo richiesta per un cambio di nome. Ma questo è uno dei problemi minori, al momento,” ha sottolineato il team principal elvetico.

Qualche grattacapo in più lo ha invece riservato l’addio della Petronas, storico sponsor della scuderia, che ha preferito accasarsi alla nuova Mercedes GP. “Sapevamo che volevano lavorare con un costruttore,” ha spiegato. “Sono deluso ma non sorpreso. La loro decisione non ha un impatto diretto sul budget per il 2010, ma ovviamente fa male. Avere più denaro è sempre positivo, anche se cercheremo di trovare uno sponsor principale.”

Il 66enne fondatore del team continua infatti a pensare a lungo termine, in un programma che durerà “dai tre ai cinque anni”: “Non mi sarei imbarcato in una tale avventura anno per anno.” Un bel dietrofront, dopo aver smentito solo qualche mese fa di voler tornare al muretto, ma forzato dall’improvviso fallimento della cordata Qadbak che avrebbe garantito stabilità economica al team.

“Al momento è importante portare certezza ai dipendenti. Poi cercheremo di andare avanti, in ogni senso,” prosegue. “All’epoca in cui vendetti alla BMW, quella era assolutamente la cosa giusta da fare e la rifarei allo stesso modo. Alla fine, siamo emersi da questo periodo più forti e con un’infrastruttura simile a quella degli altri team. Ma la decisione di tornare in F1 è stata presa più di pancia che di testa. Sarebbe stato molto più comodo se la BMW avesse continuato come tutti ci aspettavamo.”

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