renault_22132 anni, nazionalità spagnola, sesso: donna. È l’identikit di Maria de Villota, figlia dell’ex pilota Emilio de Villota, (vecchia conoscenza della F1 targata anni ‘80) sulla quale in questi giorni si sono a sorpresa accese le luci della ribalta dopo un test a porte chiuse svolto i primi del mese al volante della Renault R29 sul circuito di Paul Ricard. (continua...)

Maria de Villota, dopo l’esordio nel 2001 nella F3 spagnola, ha macinato chilometri e accumulato esperienza sia con le ruote coperte che alla guida di monoposto e potrebbe (il condizionale è d’obbligo) coronare il sogno di un’intera carriera debuttando nella massima categoria automobilistica.

180 i chilometri coperti dalla madrilena in grado da subito di prendere confidenza con la vettura, sotto gli occhi vigili dei vertici del Team e niente meno che del patron della F1 Bernie Ecclestone, fermo sostenitore da sempre, dell’iniziativa di riportare una donna in F1.

Se sia solo una parentesi destinata a chiudersi in fretta o se dietro ci sia invece un progetto concreto e ambizioso è difficile dirlo. Sognare però non costa nulla e la spagnola lo fa ad occhi aperti, “Ringrazio la Renault per avermi offerto questa possibilità. La F1 rappresenta l’apice delle corse automobilistiche ed è sempre stato un sogno nel cassetto per me. Per quanto riguarda il test, non ci è voluto troppo tempo per abituarsi alla macchina e, dopo che le sensazioni nell’abitacolo miglioravano mano a mano, ho cominciato di conseguenza a spingere. Le condizioni era ideali, il team mi ha subito messo a mio agio e tutto è andato bene. E’ stata una bella esperienza.”

L’ultima a prendere parte ad un test di F1 era stata l’inglese Katherine Legge, nel 2005 alla guida in una Minardi. La prima dal 1992 quando l’italianissima Giovanna Amati con la Brabham, prese parte a tre Gran Premi senza però riuscire mai a qualificarsi per la gara.
La prima a provarci fu invece Maria Teresa (”Pilotino”) De Filippis, capostipite della dinastia di donne che hanno corso in F1. Un record storico, come quello della compianta Lella Lombardi che negli anni ‘70 divenne la prima rappresentante del gentil sesso a ottenere un piazzamento in zona punti, totalizzando anche il maggior numero di gare disputate. E chissà che la lista rosa non si allunghi ancora.

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