
Secondo l’agenzia “SID”, Kubica sta positivamente sorprendendo i medici, dato che riesce già a poggiare il peso del corpo sul piede gravemente ferito e a stringere il pugno della mano destra, anche questa seriamente lesionata nell’impatto.
Progressi che stanno, ovviamente, spingendo Robert a fare pressioni per uscire dall’ospedale quanto prima, ma non solo. Sembra infatti che il polacco sia seriamente intenzionato a partecipare, il 1° maggio a Roma, alla giornata di beatificazione di Papa Giovanni Paolo II, il pontefice deceduto sei anni fa, al quale il pilota della Renault è particolarmente devoto.
Neanche l’ambiente della Formula 1 si è dimenticato di Kubica, e men che meno il suo team. Nick Heidfeld, chiamato dalla Renault proprio per sostituire il 26enne di Cracovia, in Malesia aveva sul casco l’immagine della bandiera polacca, e sulla tuta il logo “RK”: “Volevo che vedessi che penso a te, e che i tifosi sappiano che fai parte della Formula 1 e di questa squadra”, ha detto Quick Nick alla “Bild”, aggiungendo poi di aver immaginato come si sarebbe sentito Robert nel guidare la R31: “Quando ho tagliato il traguardo a Sepang, ho avvertito tanta felicità nella mia testa; sapevo che stavi pensando “che grande macchina è la Renault quest’anno, devo tornare il prima possibile a guidarla”. Per questo mi auguro che la riabilitazione prosegua così bene; guarisci presto!”.
Un augurio tutt’altro che disinteressato, quello del 33enne tedesco; dato che, in caso di rientro in pista di Kubica durante la stagione, a fargli posto sarebbe molto probabilmente proprio lui. Ma evidentemente anche in Formula 1 ci sono qualità umane che vanno al di là di quelle agonistiche.