ferrari_397Dieci anni fa disputava il suo primo GP di F1 in Australia, al volante di una Minardi PS01, forse la peggiore monoposto dello schieramento dell’epoca. Scattato diciannovesimo, Fernando Alonso chiuse la gara al dodicesimo posto, che per un esordiente è già un ottimo risultato: “Quando ho debuttato,” ricorda, “non conoscevo molto bene i miei colleghi. Col passare degli anni mi sono accorto che la F1 è solo uno sport”. Oggi il pilota spagnolo ha in bacheca 26 vittorie e due titoli mondiali. Lo spagnolo, da un anno pilota della Ferrari, quasi si inchina davanti al reparto corse di Maranello: “Mi aspettavo una squadra leggendaria, un’atmosfera magica e ho avuto una piacevole sorpresa: è ancora meglio di quanto immaginassi”. (continua...)

Il ferrarista parla delle differenze tra il suo attuale team e la McLaren, scuderia per la quale ha corso nel 2007: “Qui mi diverto anche se finisco secondo, ottavo o ventitreesimo, per il solo gusto di guidare la rossa. Alla McLaren, invece, non mi sentivo parte del gruppo”. L’obiettivo però è sempre lo stesso: vincere, a ogni costo. “Per quanto mi riguarda, non sono arrivato a Maranello per farmi degli amici, ma per ottenere tanti successi. Vedremo se vincerò abbastanza per essere ricordato. Se non fosse così, sarei comunque orgoglioso di ritirarmi con tanta esperienza accumulata”.

Alonso però rimpiange un po’ i tempi del dieci cilindri. “La migliore F1? Le vetture con motore V10 erano ineguagliabili. All’epoca c’era la guerra tra Bridgestone e Michelin che ci faceva guadagnare un paio di secondi, con in più 900 cavalli di potenza. Pur con un’aerodinamica inferiore a oggi, sei anni fa sul circuito di Valencia giravamo sull’1’08’’ rispetto all’attuale 1’14’’. Sei secondi di differenza… Quelle macchine erano difficili da battere”.

L’asturiano si concede poi una panoramica sul passato: “Le vetture migliori che ho guidato sono state le Renault R24 ed R25, con quest’ultima ho vinto il mio primo Mondiale. La peggiore? La Renault R29 del 2009. Almeno però ho ottenuto un podio a Singapore”. Il due volte campione del mondo riconosce che la F1 “non è soltanto una pura e semplice competizione. C’è tanto business e anche altri interessi. Le vetture non sono le stesse, così come le regole non sono uguali per tutti. Ma è un aspetto che conosciamo e va accettato, perché in fondo fa parte del fascino della F1”.

Infine una rivelazione: lo spagnolo avrebbe potuto esordire in F1 con la Prost, all’epoca motorizzata Ferrari: “Con questa offerta avrei potuto diventare collaudatore Ferrari, o forse no, e allora sarei dovuto tornare in Formula 3000”. Il pilota di Oviedo scelse così la proposta Renault, debuttando in prestito nel 2001 al volante della Minardi. “Era una opportunità migliore”. E ripercorrendo la sua carriera, c’è da crederci.

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