
Poi è stata la volta della stampa, con cui Montezemolo si è intrattenuto a parlare a lungo. L’apertura, come da schema, è trionfale: “Stiamo vivendo un momento straordinario come azienda e a breve daremo i risultati del 2010 che sono estremamente positivi. Proprio oggi il nostro amministratore delegato, Amedeo Felisa, è a Shanghai dove abbiamo festeggiato con uno spettacolare evento il 999° cliente Ferrari in Cina. In Nordamerica abbiamo battuto il nostro record di vendite e ci sono tutte le premesse perché anche nel 2011 le cose vadano benissimo.”
Quando però si apre la pagina Formula 1, i toni fatalmente cambiano: “Ogni tanto ancora mi sveglio la notte pensando a quella corsa di Abu Dhabi, direi delle bugie se lo negassi.” Altro che gara dimenticata in una settimana, come sostenevano negli ultimi giorni gli uomini del suo team! Ma crogiolarsi nel rimpianto non serve: “Stiamo lavorando molto intensamente sulla macchina nuova. Dobbiamo partire bene, sia in termini di affidabilità ma, soprattutto, come prestazione. Lo scorso anno abbiamo perso il Mondiale per un girone d’andata non all’altezza delle nostre aspettative. Penso che sarà un campionato molto interessante: ci sono alcuni punti interrogativi legati alle novità regolamentari e quindi dovremo aspettare per vedere la competitività dei nostri avversari.”
A proposito di avversari: incassati i pronostici dei suoi piloti, il numero uno della rossa non vuole sbilanciarsi. “Alonso dice Michael, Felipe dice Hamilton, magari Michael teme Vettel: niente di nuovo sotto il sole! Poi Michael è parte del mio cuore e della storia della Ferrari e non ho alcun dubbio che sia ancora un pilota fantastico. C’è anche Rosberg, certo. Del resto mi aspetto tre squadre se non quattro a lottare anche nel 2011 per il vertice. Nella nuova generazione di piloti c’è anche lui, come del resto Vettel. Poi la gerarchia la stabilirà il cronometro. Detto questo se c’è un problema che noi non abbiamo è quello dei piloti: io so chi è il migliore del mondo ma non voglio dirlo.”
Detto del futuro a breve termine, Montezemolo ha spaziato anche sull’avvenire più a largo raggio della Formula 1, soffermandosi in particolare sulle trattative per il rinnovo del Patto della Concordia e sulle sue preoccupazioni per la rivoluzione tecnica targata quattro cilindri in arrivo nel 2013. “Mi aspetto che la Formula 1 rimanga l’espressione più alta della tecnologia, dello sport motoristico e dello spettacolo. C’è bisogno di un dialogo costruttivo fra la FIA, il detentore dei diritti commerciali e le squadre. Queste ultime devono essere competitive, devono avere la capacità di investire e di mantenersi ad un alto livello.”
“Infine, ci vogliono regole stabili in modo da consentire alle squadre di fare una programmazione degli investimenti e al pubblico di capire che cosa succede,” prosegue. “Non credo ai budget cap e al controllo dei costi, che sono sempre impossibili da verificare: la riduzione delle spese si ottiene attraverso modifiche regolamentari sia dal punto di vista tecnico che sportivo, senza dimenticare il collegamento con la produzione industriale e con le innovazioni tecnologiche per l’industria dell’auto del futuro perché noi vogliamo delle macchine, non dei razzi.”
Per la FOTA, l’associazione dei costruttori di cui Montezemolo è stato uno dei fondatori ed ex presidente, sono però tempi duri, dopo il forfait (in parte annunciato, in parte messo in atto) di molte sqquadre minori. “Se le squadre sapranno restare insieme e lavorare in maniera costruttiva come parte di quel triangolo virtuoso formato insieme alla FIA e al detentore dei diritti commerciali allora c’è un futuro per questa organizzazione,” riconosce Montezemolo. “Quando sono stato presidente era un momento diverso, più difficile mentre ora il clima è molto più sereno. Rimane il fatto che la Formula 1 deve rimanere uno sport di vertice, quindi non ci può essere un divario eccessivo fra i team grandi e quelli piccoli in termini di competitività.”
Uno dei temi che rischia di mettere in crisi l’associazione è proprio il presunto sforamento delle spese previste dall’accordo unanime tra i team da parte della Red Bull: “Prendo atto di queste voci ma non so se siano vere. Se così fosse, si dimostrerebbe che la nostra storica posizione di essere contrari ad un tetto artificiale alle spese era giusta: è impossibile fare dei controlli quando, ad esempio, ci sono in lizza aziende che possono produrre in diversi Paesi. Poi ci sono sempre delle polemiche in Formula 1. Mi fa piacere vedere che, dopo la meteora Brawn e i suoi titoli un po’ per così dire arrivati con il doping tecnico c’è stato chi ha conquistato due titoli lo scorso anno e forse non è ancora abituato a vincere come comportamenti: fa parte del gioco, mi va benissimo ma magari quando questo qualcuno avrà vinto il 10% di quello che ha vinto la Ferrari allora potremo anche rispondere.” Una frecciata alla Red Bull: la stagione è davvero già cominciata.