
E così, la risposta di Felipe alla vigilia del ritorno in pista in Ungheria è perentoria: “Nel momento in cui dovrò dire di essere il pilota numero due, non correrò più.” Giunto a Budapest insieme al team boss della Ferrari Stefano Domenicali, Massa insiste che il suo obiettivo sulla pista in cui l’anno scorso fu vittima dell’incidente più brutto della sua carriera è uno solo: “La vittoria.”
Ma forse, per comprendere meglio che atmosfera si respira in seno al clan Massa, bisogna dare ascolto a chi un anno fa stava al suo fianco su quel letto di ospedale a Budapest: il papà Luiz Antonio. Altro che mancanza di coraggio: la colpa, secondo Massa senior, è tutta della Ferrari. “La decisione della Ferrari è stata spiacevole,” dichiara. “E’ chiaro a tutti che si è trattato di un ordine di squadra. Come ogni buon dipendente, Felipe deve obbedire al capo. C’è una gerarchia e nel seguire gli ordini ha mostrato lealtà.”
Secondo Luiz Antonio Massa, non c’è alcuna pregiudiziale di principio contro gli ordini di squadra. Ma prima di Hockenheim anche suo figlio era ancora aritmeticamente in corsa per il titolo. “E’ una buona scelta quando solo uno dei due piloti ha matematicamente delle chance, ma non era così. Entrambi avevano ancora la chance di vincere.”
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