Immagini viste a rallentatore, sospetti, colpi di scena, rivendicazioni, nuove indagini, risposte e chiarezza sull’ormai noto sorpasso di Sebastian Vettel in Brasile. Dopo il presunto caso “inesistente”, anche la stessa Ferrari ha posto la parola fine sui sospetti che hanno animato questo finale di stagione. (continua...)
Gli strascichi di un’annata così lunga e combattuta hanno influenzato anche l’umore dei tifosi, fattisi portavoce del disagio o difensori dei loro beniamini. Le potenzialità della rete hanno subito evidenziato e poi smontato la presunta irregolarità, non rilevata dalla direzione gara: irregolarità, che dopo un’attenta analisi, è risultata “infondata”, quindi proprio per questo non presa in considerazione.
La stessa Ferrari, spinta dall’enorme vespaio, ha chiarito subito di aver presentato un semplice “chiarimento”, e mai un esposto vero e proprio. Il risultato era stato già ampiamente accettato e non è mai stato in discussione. E dopo il chiarimento, si è affrettata a dire che il caso è “ormai chiuso”.
Tramite una lettera con richiesta di “chiarimenti”, la scuderia di Maranello ha voluto solo verificare la fondatezza di certe interpretazioni, dato che anche la stessa FIA è stata chiamata in causa sull’argomento. Essendoci poi in ballo un titolo mondiale, deciso solo da tre punti, e con l’interrogativo di una possibile penalità che avrebbe ribaltato l’esito era logico e necessario chiedere appunto un parere definitivo, a prescindere dalle polemiche.
“La federazione (…) informa che ha risposto alla Scuderia Ferrari (…) affermando che la manovra di sorpasso non era stata fatta in violazione del regolamento (…) non vi è stata nessuna violazione nell’indagine,” si legge nella nota ufficiale. Risposta gradita dalla stessa Red Bull: “Siamo soddisfatti, ma non sorpresi, che la FIA abbia confermato che non vi è stato alcun caso su cui rispondere in riferimento al Gran Premio del Brasile 2012″. E la scuderia modenese ha quindi ribattuto: “La Ferrari prende debitamente atto della risposta inviata dalla FIA questa mattina e ritiene, pertanto, che la questione sia ormai chiusa”.
Il caso può dirsi risolto, ma resta un certo rammarico nel registrare un indigesto comportamento da ultras in uno sport che sugli spalti registra migliaia di tifosi uniti nonostante abbiano bandiere diverse: diversità affiancate l’una all’altra. Se la fama di uno sport si registra dalla morbosità del proprio pubblico per determinati colori, allora forse è meglio che la Formula 1 continui a essere uno sport per soli appassionati e non tifosi, perché è accettare la sconfitta che poi consente di inseguire una futura vittoria.
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