
L’idea sostenuta dalla Ferrari, e vista positivamente anche da Bernie Ecclestone, prevede la concessione di telai da parte delle scuderie più grandi a quelle più piccole, consentendo a queste non solo di avere mezzi già competitivi ma soprattutto di contenere i costi sul piano della progettazione, mentre le prime ottengono comunque un ritorno economico.
Una soluzione che ad un primo sguardo sarebbe produttiva per tutti, ma che Mercedes sembra non gradire particolarmente: “Se si affronta questo anno con la macchina dell’anno precedente, poi è logico indovinare cosa succede”, ha commentato Norbert Haug.
Diverso l’approccio del team Lotus e del responsabile Eric Boullier, che sulle vetture clienti preferisce mantenere uno spiraglio aperto: “Perché no? Penso che oggi la discussione sia aperta”.
Anche nella scuderia Caterham, che fino alla passata stagione compariva come Team Lotus, osservano con attenzione la situazione senza sbilanciarsi. “Un’idea è un’idea” ha riferito l’amministratore delegato Riad Asmat. Ma il dirigente ha anche aggiunto: “Siamo orgogliosi di dove siamo, di ciò che abbiamo costruito. Siamo arrivati come un costruttore e speriamo di rimanere così per ora“.
Più netto il giudizio dell’ex ingegnere e manager Joan Villadelprat, che al quotidiano “AS” ha indicato: “Questa idea mina lo spirito della Formula 1. Abbiamo bisogno di ridurre i costi in un altro modo”. Al momento tutte le squadre sono vincolate all’attuale Patto della Concordia, accordo che vede tutte le scuderie impegnate a progettare e costruire una propria monoposto, ma alla fine della stagione tutto potrebbe cambiare e abituarsi all’idea che una Ferrari, McLaren o Red Bull possano comparire con altri colori potrà non sembrare più utopia.