
Nei giorni scorsi ha ufficialmente preso vita il sindacato dei circuiti di Formula 1, composto per l’appunto da organizzatori e gestori dei tracciati che compongono il calendario della massima categoria degli sport automobilistici. A riportare la notizia è stato il giornalista della redazione economica del quotidiano britannico “The Indipendent”, Christian Sylt, che ha specificato anche che il presidente della neonata associazione è Ron Walker, numero uno del tracciato australiano Albert Park di Melbourne.
L’operazione è stata confermata dal presidente del circuito inglese di Silverstone, Neil England: “Per quanto ci riguarda, storicamente ci è sempre mancato un organismo di coordinamento, e l’associazione dei promotori dei GP di Formula 1 ci dà questa possibilità. Ci sono diverse questioni di interesse comune, e credo sia importante che se ne possa parlare insieme”.
La formazione di questo sindacato arriva, non a caso, con i negoziati della nuova Concordia non ancora completati; e potrebbe non essere una coincidenza nemmeno la scelta di Walker come presidente dell’associazione, dato che, in veste di organizzatore della corsa australiana, nei mesi scorsi è entrato in rotta di collisione con Ecclestone, interessato a proseguire con Melbourne solo se il tracciato di Albert Park sarà messo in condizione di ospitare il GP in notturna. Eventualità, questa, scartata proprio da Walker, in quanto dotare il circuito si un impianto di illuminazione determinerebbe costi troppo elevati.
Interpellato in merito alla creazione del sindacato, Walker ha dichiarato: “I circuiti non hanno solo interesse nel vendere i biglietti, ma anche nella costante evoluzione delle regole stabilite dalla FIA, che ultimamente stanno ottenendo il risultato di confondere gli appassionati”. Basti pensare, come riferito dallo stesso Walker con dati alla mano, che ben il 92% degli spettatori dell’ultimo GP d’Australia ha ammesso di non essere riuscito a comprendere completamente le ultime regole introdotte in Formula 1.
Non si sa quale sarà il peso politico di questa nuova associazione, ma la speranza è che possa avere la forza, in futuro, di far rientrare in calendario circuiti che hanno fatto la storia del circus, al posto delle più recenti cattedrali nel deserto.