
Secondo la FIA, tale voto è stato preso “all’unanimità”: le stesse parole utilizzate per la recente decisione di reinserire la gara in Bahrein nella data del 30 ottobre al posto del Gran Premio dell’India, che sarebbe slittato a metà dicembre. Poi, il piano di Place de la Concorde è sfumato per la contrarietà dei team (più attenti a non far durare la stagione fino a Natale che alle torture e alle repressioni in atto nella nazione a seguito delle rivolte popolari che avevano provocato la prima cancellazione del GP a marzo). Ed, evidentemente, tutti i membri del Consiglio hanno cambiato istantaneamente idea. Ma sempre “all’unanimità”.
L’India ospiterà dunque nella sua data originariamente prevista del 30 ottobre il Gran Premio inaugurale, mentre la stagione si concluderà solo circa un mese più tardi. Nonostante la precedente dichiarazione degli organizzatori della gara, che si erano detti pronti ad accogliere le proteste delle squadre e a rinunciare al loro posto in calendario, però, Bernie Ecclestone ha rivelato ai microfoni dell’”Independent” che dei rappresentanti del Bahrein si sono recati a Montreal, sede lo scorso weekend del Gran Premio del Canada, per incontrarsi con lui.
Tema del meeting era la possibilità di reintrodurre in calendario la corsa nella data del 30 ottobre o del 4 o dell’11 dicembre. “Tuttavia, ho detto loro che pensavo che la rinuncia fosse il modo più semplice di gestire la situazione,” ha concluso il patron della F1. Lo staff del Bahrein (coinvolto peraltro in prima persona nei massacri della polizia, secondo quanto ha raccontato un operaio: “Un poliziotto mi ha messo la testa fra le sue gambe, mi ha sbattuto a terra e ha cominciato a picchiarmi pesantemente”) avrà comunque modo di non restare disoccupato.
Il team medico del circuito del Sakhir, infatti, è stato chiamato nell’impianto che ospiterà il 30 ottobre prossimo il primo Gran Premio d’India nella storia della Formula 1, secondo quanto ha raccontato il “Gulf Daily News”, per addestrare e assistere i loro colleghi locali.