
Secondo la rivista tedesca “Auto Motor und Sport”, la soluzione ipotizzata per il reinserimento degli Emirati Arabi in calendario, ovvero spostare il GP dell’India al 4 dicembre per correre a Sakhir il 30 ottobre, sta causando più di un malumore all’interno delle squadre, per diversi motivi.
Innanzitutto perché in questo modo la gara in India seguirebbe di una sola settimana quella di Interlagos, in programma il 27 novembre; ciò costringerebbe i team a dover trasferire tutto il materiale da San Paolo a Delhi in pochissimo tempo, con tutti i problemi logistici conseguenti.
Inoltre, non soddisfa nemmeno l’ipotesi di riserva, ovvero chiudere la stagione l’11 dicembre, cioè una settimana ancora più tardi.
Questo perché i team non sono disposti a chiedere ai propri dipendenti altri sforzi, in una stagione già lunga di per sé: “Non possiamo costringere le persone a lavorare più di quello che già fanno: si stuferebbero, così come le loro famiglie. Dobbiamo stare attenti, si sta superando il limite di sopportabilità”, ha dichiarato il responsabile della Mercedes, Ross Brawn.
Il problema è che il grande burattinaio della Formula 1, cioè il padre-padrone Bernie Ecclestone, non è totalmente dello stesso avviso, e anzi sta facendo di tutto affinchè si continui a correre fino a dicembre: “Stiamo valutando la situazione, tutto è possibile. Il problema è la data, specie per tutti coloro che lavorano intorno allo svolgimento di un GP”, ha affermato il boss a Barcellona, la settimana scorsa.
Tuttavia il destino della gara del Bahrein è sempre coperto da nubi minacciose; non è andata infatti a buon fine una riunione dei team, avvenuta giovedì sera, per discutere della questione.
Nonostante l’incertezza, Ecclestone si è detto sempre convinto della possibilità di correre anche quest’anno a Sakhir: “Là sono tutte brave persone, sono ancora ottimista circa l’eventualità di disputare la corsa. E se così sarà, non credo ci saranno problemi di sicurezza”, ha detto l’80enne inglese, pur riconoscendo che il GP potrebbe essere occasione di visibilità per i manifestanti.
In ogni caso, bisognerà attendere il 3 giugno, data in cui si riunirà il Consiglio Mondiale della FIA, per sapere come finirà la questione Bahrein.