formula_774Lewis Hamilton riesce nell’impresa: mettere fine alla striscia di vittorie firmata Sebastian Vettel nel Gran Premio di Cina, terza prova del campionato del mondo 2011 di Formula 1. Merito soprattutto di una partenza fulminea, che ha consentito alle McLaren di balzare davanti al tedesco impedendone la fuga; di una strategia vincente del muretto, che ha puntato sulle tre soste, la scelta migliore per sfruttare le Pirelli; e di una guida stratosferica dell’inglese, autore di una serie di sorpassi da cineteca. (continua...)

Sul finale, con le gomme ormai vecchie, il leader del campionato Vettel ha dovuto così arrendersi alla seconda posizione, davanti al suo compagno di squadra Mark Webber, giunto al primo podio stagionale proprio nella gara che sembrava essersi messa peggio. L’australiano ha saputo mettere a segno una rimonta clamorosa, nonostante l’assenza del KERS, anch’egli grazie alle tre soste. Button e la sorprendente Mercedes di Rosberg (la seconda, quella di uno Schumacher per una volta convincente, è ottava) fanno funzionare anch’essi i tre pit stop e chiudono quarto e quinto.

Di questa gara insolita, la più divertente dell’anno finora grazie anche al lungo rettilineo e all’utilizzo dell’ala posteriore mobile che hanno consentito parecchi sorpassi, non ha invece approfittato la Ferrari, che ha puntato erroneamente sulle due soste e si è ritrovata così con gomme usurate a perdere addirittura posizioni rispetto al via, chiudendo al sesto posto con Massa e al settimo con Alonso.

La cronaca

Già dalla partenza si è capito che questo non sarebbe stato un Gran Premio come gli altri. Lo scatto delle McLaren è fulminante e così sia Jenson Button che Lewis Hamilton (che aveva accusato problemi di accensione nello schierarsi in pista) riescono a beffare Sebastian Vettel, attaccato anche da Nico Rosberg, che però deve restare dietro.

Button non riesce a guadagnare più di un secondo sul duo Hamilton-Vettel, nonostante il suo compagno di squadra che fa da tappo, ma anche il tedesco non sembra avere quel passo dominante mostrato nelle gare precedenti, tale da permettergli di scavalcare l’inglese. Grande anche la partenza di Schumacher, che si porta nella top ten, mentre Webber (con le gomme dure e senza KERS) migliora di una sola posizione al via, ma poi comincia la sua rimonta a suon di sorpassi.

I primi pit stop cominciano già dopo dieci giri: tra i big, anticipano la sosta le due Mercedes. Vettel approfitta di un’incertezza di Hamilton per superarlo portandosi secondo, poi imbocca la corsia dei box contemporaneamente a Button, che sbaglia clamorosamente piazzola di sosta, fermandosi prima dalla Red Bull. L’inglese perde così quel secondo cruciale che permette a Vettel di riportarsi davanti alle McLaren nel secondo stint.

Ma la situazione è ancora molto complessa, perchè davanti a tutti si trova lo stesso Rosberg, approfittando di una sosta anticipata, con ben cinque secondi su Vettel, Button e anche Massa che ha scavalcato Hamilton dopo la sosta ai box. Seguono Schumacher e la seconda Ferrari di Alonso. Mentre Webber continua a recuperare da dietro, la situazione dei leader non varia fino alla seconda sosta ai box di Rosberg, al giro 25.

Alonso riesce a passare Schumacher approfittando di un suo lungo al tornante, mentre anche le McLaren e Webber si fermano ai box. Appare dunque chiaro che questi ultimi siano su una strategia con tre soste, mentre Vettel e le due Ferrari ne compieranno solo due. Il vantaggio che Rosberg e le McLaren (con Hamilton che supera Button con una grandissima manovra alla prima curva) riescono a guadagnare sul tedesco della Red Bull non è sufficiente e dunque, in occasione del terzo pit stop, sia Vettel che Massa tornano davanti.

Alonso, invece, ha usurato eccessivamente le gomme sul finale del suo stint e perde moltissime posizioni. A questo punto, però, con le gomme nuove, Hamilton comincia la sua cavalcata. Prima supera Rosberg all’interno della curva 6, poi in pochi giri è sotto a Felipe Massa e ha la meglio all’esterno della curva 1, infine inizia a recuperare nei confronti di Vettel. La differenza di tempi tra i due è notevole a favore dell’inglese, che a una decina di giri dalla conclusione è ormai nei tubi di scarico del campione del mondo in carica.

Nel frattempo escono le bandiere gialle per un contatto tra Sutil e Perez, di cui il messicano sarà ritenuto colpevole e punito con un drive through. L’unico ritirato della gara è invece Alguersuari, che ha perso la ruota posteriore destra dopo la sua sosta. Vettel prova a difendersi per qualche giro, ma non c’è nulla da fare: la trazione della McLaren è superiore e, a cinque giri dalla fine, Hamilton va in testa alla gara e sarà imprendibile fino alla bandiera a scacchi.

Anche gli altri piloti sulla strategia delle tre soste si avvantaggiano nella parte conclusiva della gara: Massa viene superato da Button e Rosberg, ma Webber ha la meglio su entrambi e riesce a conquistare un incredibile terzo posto. Alonso chiuderà così settimo davanti a Schumacher, Petrov e Kobayashi.

1 – Lewis Hamilton – McLaren – 1:36:58.226
2 – Sebastian Vettel – Red Bull – + 5.198
3 – Mark Webber – Red Bull – + 7.555
4 – Jenson Button – McLaren – + 10.000
5 – Nico Rosberg – Mercedes GP – + 13.448
6 – Felipe Massa – Ferrari – + 15.840
7 – Fernando Alonso – Ferrari – + 30.622
8 – Michael Schumacher – Mercedes GP – + 31.026
9 – Vitaly Petrov – Lotus Renault GP – + 57.404
10 – Kamui Kobayashi – Sauber – + 1:03.273
11 – Paul di Resta – Force India F1 – + 1:08.757
12 – Nick Heidfeld – Lotus Renault GP – + 1:12.739
13 – Rubens Barrichello – Williams – + 1:30.189
14 – Sebastien Buemi – Scuderia Toro Rosso – + 1:30.671
15 – Adrian Sutil – Force India F1 – + 1 giro
16 – Heikki Kovalainen – Lotus F1 – + 1 giro
17 – Sergio Perez – Sauber – + 1 giro
18 – Pastor Maldonado – Williams – + 1 giro
19 – Jarno Trulli – Lotus F1 – + 1 giro
20 – Jerome d` Ambrosio – Virgin Racing – + 2 giri
21 – Timo Glock – Virgin Racing – + 2 giri
22 – Vitantonio Liuzzi – HRT F1 Team – + 2 giri
23 – Narain Karthikeyan – HRT F1 Team – + 2 giri
24 – Jaime Alguersuari – Scuderia Toro Rosso – + 47 giri

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