
“Mi aspetta un periodo lungo e difficile, ma non sono preoccupato per questo, perché mi considero molto fortunato”, ha detto, mostrando la solita grande volontà, il 26enne di Cracovia, per il quale, dopo tre importanti operazioni, è già iniziata una prima fase di terapie, prima del percorso vero e proprio che dovrebbe iniziare fra circa un mese, come riferito ad “Autosprint” dal dottor Riccardo Ceccarelli, nome noto nell’ambiente del Circus, attualmente legato alla Renault.
Saranno impegnati diversi specialisti, a ciascuno dei quali verrà affidata una specifica regione del corpo, fra quelle infortunate nello schianto, dato che “piede, ginocchio, spalla e mano richiedono differenti programmi di recupero”. Senza contare che passare venti giorni immobile a letto ha causato “la perdita di tensione e tono muscolare, un aspetto sul quale si è già iniziato a lavorare”. Un impegno a 360° per l’equipe che seguirà Robert, il quale però è disposto a tutto pur di tornare come, o magari meglio, di prima: “E’ un paziente molto determinato, pronto a lavorare molte ore al giorno; grazie a questa volontà presto sarà capace di restare seduto normalmente. Ci vorrà invece un po’ di più, almeno un mese, prima di poter stare in piedi”.
Intorno al recupero di Kubica non vi è però esclusivamente ottimismo; da più parti si predica molta cautela, riguardo alla possibilità di un recupero fisico pieno da parte del polacco. In proposito un ammonimento arriva dal primario dell’Unità spinale del Santa Corona, Antonino Massone: “Ci sono tante parti importanti da mettere a posto, sarà un cammino lungo”, ha dichiarato a “La Stampa”. I pericoli per Robert non erano dovuti solo alle fratture: “Per un mese c’è stato il rischio di infezioni, dato che quando una ferita resta esposta per più di 45 minuti, come nel suo caso, viene attaccata da tanti batteri, che rendono necessario intervenire con antibiotici”, ha spiegato il dottor Massone, concludendo che ci vorranno almeno tre mesi per capire se Kubica recupererà le sue funzionalità in maniera sufficiente da poter tornare a gareggiare in futuro, definendo comunque Robert “straordinario” per il modo con cui sta affrontando ciò che gli è accaduto.
Entusiasmo che non traspare invece in Kimi Raikkonen, riguardo alla possibilità di un suo ritorno in Formula 1. Il nome del finlandese era stato accostato alla Renault già prima dell’infortunio di Kubica, salvo poi essere stato accantonato, pare, proprio per scelta dello stesso Kimi. Alla base della scelta dell’ex campione del mondo ci sarebbe ovviamente l’impegno a tempo pieno nei rally, che ha portato Raikkonen a dar vita anche ad un proprio team, l’Ice 1: il buon ottavo posto ottenuto nella prova d’apertura del mondiale, in Svezia, ha fatto il resto. “Non parlo di Formula 1, quello che voglio è essere un rallista, e sono contento di esserlo anche per questa stagione”, ha tagliato corto il 31enne di Espoo, forse scottato dopo essere stato fatto fuori dalla Ferrari in favore di Fernando Alonso.