formula_567Vince la Red Bull, e fin qui nessuna sorpresa. Ma non è quella del giovane poleman Sebastian Vettel ad aggiudicarsi il Gran Premio di Ungheria, bensì quella del suo compagno di squadra Mark Webber, al quarto successo dell’anno, che grazie a questo risultato balza in testa al campionato del mondo. (continua...)

La gara è stata decisa al 17° giro, quando la presenza in pista di un detrito (un pezzo di ala) ha costretto i commissari a mandare in pista la safety car. Fino a quel momento, Webber era stato costretto ad accodarsi in terza posizione alle spalle di Fernando Alonso, scattato meglio al via e inseritosi tra le due Red Bull.

Ma al momento dell’ingresso in pista della vettura di sicurezza, mentre tutte le vetture si fiondavano ai box per cambiare le gomme, l’australiano decideva di rimanere in pista. Si sarebbe fermato solo al 43° giro, portando avanti per oltre metà gara lo stesso treno di gomme morbide, quel tanto che bastava per garantirsi un vantaggio tale da rimanere davanti allo spagnolo della Ferrari.

Gara dall’andamento completamente opposto, invece, per il suo compagno di squadra e poleman Sebastian Vettel. Se al via il tedesco riusciva a rintuzzare gli attacchi di Alonso e rimaneva in testa alla prima curva, nonchè dopo il pit stop sotto safety car, a privarlo della soddisfazione era un drive through inflittogli dai commissari per aver lasciato troppo margine (più della lunghezza di 10 vetture) tra sè e la stessa vettura di sicurezza.

Una penalità meritata, ma l’ennesima provocata dal caos che si genera in pista quando i commissari espongono il cartello “SC”. Per questa sanzione, Vettel ha perso anche la seconda posizione e si è dovuto accodare ad Alonso, che ottiene tutto sommato più di quanto sarebbe stato logico aspettarsi viste le prestazioni e si può quindi ritenere soddisfatto, anche in ottica di campionato. Il risultato positivo della Ferrari viene completato dal quarto posto di un appannato Massa.

Tutto male per il leader di campionato Lewis Hamilton. Persa la quinta posizione al via per un sorpasso subito da Petrov, a cui ha subito risposto dopo poche curve, l’inglese era riuscito anche a superare Massa dopo il pit stop, ma un guasto al cambio della sua McLaren lo ha costretto al ritiro definitivo. Questa battuta d’arresto pesa in maniera fondamentale sull’andamento del campionato suo e della squadra di Woking, che iniziano la pausa estiva avendo perso le leadership di entrambe le classifiche. Da dimenticare anche la gara di Button, che alla fine artiglia solo l’ottavo posto.

Nelle fasi convulse che hanno seguito l’ingresso della safety car, la penalità di Vettel non è stata però l’unico episodio confuso. Pericolosissima l’uscita dalla propria piazzola di sosta della Renault di Kubica, che ha centrato in pieno la Force India di Sutil. Ritiro immediato per il tedesco, mentre il polacco è stato prima penalizzato con uno stop&go e infine ha abbandonato la gara.

Problemi anche al box della Mercedes, dove la gomma posteriore destra di Nico Rosberg viene montata male e si stacca dopo pochi metri, travolgendo anche un meccanico della Williams, portato via in ambulanza, che però sembra essersela cavata con una contusione. Il suo compagno di squadra Michael Schumacher, dopo una gara incolore, sfiora la zona punti, ma al penultimo giro viene superato da Rubens Barrichello (ultimo a fermarsi dopo aver disputato quasi tutta la gara con lo stesso treno di gomme dure) che lo priva del punticino destinato al decimo posto.

Nel corso del sorpasso, tra l’altro, Schumi è autore di una pericolosa manovra quando stringe completamente la monoposto del suo ex gregario contro il muretto dei box. L’episodio sarà oggetto di investigazione da parte dei commissari nel dopo-gara. A punti, oltre al già citato Petrov, autore di una solida gara conclusa al quinto posto, anche entrambe le Williams (Hulkenberg 6° e Barrichello decimo, come detto) e le Sauber, grazie al settimo posto di De la Rosa e al nono dell’ottimo Kobayashi, autore di una strepitosa rimonta dalla 23esima piazzola sulla griglia di partenza, da cui era scattato per la penalità dovuta al fatto che non si era presentato alla pesa dopo le qualifiche di ieri.

1 – Mark Webber – Red Bull – 1:41:05.571
2 – Fernando Alonso – Ferrari – +17.821
3 – Sebastian Vettel – Red Bull – +19.252
4 – Felipe Massa – Ferrari – +27.474
5 – Vitaly Petrov – Renault – +1:13.192
6 – Nico Hulkenberg – Williams – +1:16.723
7 – Pedro de la Rosa – Sauber – +1 giro
8 – Jenson Button – McLaren – +1 giro
9 – Kamui Kobayashi – Sauber – +1 giro
10 – Rubens Barrichello – Williams – +1 giro
11 – Michael Schumacher – Mercedes Grand Prix – +1 giro
12 – Sebastien Buemi – Scuderia Toro Rosso – +1 giro
13 – Vitantonio Liuzzi – Force India F1 – +1 giro
14 – Heikki Kovalainen – Lotus F1 – +3 giri
15 – Jarno Trulli – Lotus F1 – +3 giri
16 – Timo Glock – Virgin Racing – +3 giri
17 – Bruno Senna – HRT F1 Team – +3 giri
18 – Lucas Di Grassi – Virgin Racing – +4 giri
19 – Sakon Yamamoto – HRT F1 Team – +4 giri
20 – Lewis Hamilton – McLaren – +47 giri
21 – Robert Kubica – Renault – +47 giri
22 – Nico Rosberg – Mercedes Grand Prix – +55 giri
23 – Adrian Sutil – Force India F1 – +55 giri
24 – Jaime Alguersuari – Scuderia Toro Rosso – +69 giri

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