formula_126Ci sono piloti che non hanno ottenuto niente nella loro carriera e si credono delle divinità. Sono arroganti e nelle interviste dicono sempre le stesse cose, magari suggerite dal team manager o dallo sponsor. E poi ci sono i grandi campioni, quelli che credi che vedrai solo attraverso la televisione, attraverso internet o attraverso le foto. Pensi che mai potresti parlare con loro o anche solo guardarli negli occhi. Ma non è così. (continua...)

Forse i grandi campioni sono anche dei grandissimi uomini. 422race.com ha avuto l’incredibile opportunità di dialogare con uno dei più grandi piloti nella storia del motorismo: John Surtees, sette volte campione di motociclismo (4 volte in 500 e 3 volte in 350), ma anche iridato nel campionato del mondo di Formula 1, con la Ferrari nel 1964.

Sir John era all’Autodromo Enzo e Dino Ferrari per seguire i test di suo figlio Henry, impegnato nell’International Formula Master. Ed è proprio parlando del giovane Henry che abbiamo voluto iniziare questa conversazione, i cui argomenti spazieranno dall’attualità con i suoi problemi economici e le modifiche regolamentari della F1, al suo passato di pilota in Ferrari e Honda.

Vorrei iniziare parlando di suo figlio, Henry. Cosa ne pensa della sua carriera fino ad ora?

Ha iniziato ad otto anni, nei kart, ha vinto il campionato britannico nella classe Gearbox. A quindici anni è passato al campionato Ginetta ottenendo dieci vittorie. Poi la Formula BMW con alcuni buoni risultati. L’anno scorso abbiamo fatto la Formula Renault: è stato un anno così così, però l’abbiamo concluso vincendo e facendo buoni tempi. Due gare in Formula 3, nella National Series: ha conquistato una pole, un primo e un secondo posto e i suoi tempi lo avrebbero portato al settimo posto nella classe International. Quindi direi che sta andando molto bene! Ora stiamo guardando a cosa fare: faremo la Formula 2, ma non conosciamo i circuiti perciò il nostro impegno sarà nell’imparare a conoscerli. Inoltre stiamo guardando alla Formula Master, perché in precedenza ci avevo già pensato a questa categoria quando Ecclestone aveva cominciato a fare programmi a riguardo. Tuttavia, a causa della situazione economica globale abbiamo deciso di preferire la Formula 2. Ad Henry piace la macchina, che è molto veloce. Speriamo di poter dimostrare quello che è in grado di fare quando ne avremo la possibilità.

Qual è la migliore scuola di guida per piloti, tra Formula 2, Formula 3 e Formula Master?

Guidare fa sempre bene. Non so ancora abbastanza sulla Formula 2, dobbiamo aspettare e vedere. La F2 è un qualcosa di diverso, ha molte cose buone, mentre su altre credo che ci siano ancora dei dubbi. Dobbiamo aspettare e vedere se tutto questo funzionerà, però al momento sembra essere un’ottima opportunità. Credo comunque che le corse oggi siano troppo costose, e questo è un problema.

Formula 3: quando Henry ci ha corso a Donington, andava forte come un campione! Però costa 650000 sterline (690000 euro circa) e per me è impossibile! In qualche modo dobbiamo cercare di abbassare i costi delle categorie formative. Penso che la Formula 1 dovrebbe fare molto di più nel supportare le formule minori. Dobbiamo aspettare per capire come si evolveranno i programmi di Mosley, Ecclestone e la FOTA. Dovrebbero essere fatti molti cambiamenti. Se qualcuno ha delle capacità, non deve basare tutto sul correre nella squadra più forte. E questa è una di quelle cose che permetteranno alla Formula 2 di funzionare o no, perché la Formula per vincere che tu sia in GP2 o F3 è sempre quella di essere nel miglior team. Però il miglior team costa anche tanti soldi!

La FIA sta facendo tanti cambiamenti tra F1, Rally e categorie minori. Ma sta facendo abbastanza per salvare l’automobilismo e quelle persone che ci lavorano e non hanno soldi a sufficienza?

Non lo so. Il mio personale pensiero è c’è troppo automobilismo. Guarda il karting: in Inghilterra ci sono troppe categorie e questo significa che i soldi vengono spalmati troppo in là. Credo che la FIA dovrebbe fornire delle istruzioni per controllare il tutto, perché se esistono più mondi commerciali, allora le persone faranno sì che i costi aumentino. Se ci sono controlli, purtroppo necessari, forse possiamo contenere i costi.

Non credo che tutto quello che stanno dicendo Ecclestone e Mosley in F1 sia giusto. La Formula 1 non si deve fermare! Avendo obiettivi quali la tecnologia e la creazione non puoi costruire delle kitcar, con tutti che guidano la stessa vettura. Quello sarebbe impossibile. Ciò che alimenta la F1 è la capacità dei piloti. Credo che quando la F1 vede un buon pilota, lo prenda, ma non mettono abbastanza soldi per creare un buon pilota. Ok, certe volte come nel caso di Hamilton c’è la McLaren, però quella è stata anche una decisione politica, perché sarebbe stata una buona mossa pubblicitaria. Non sapevano che sarebbe stato così forte! Quando vediamo piloti o persone con i soldi, dovrebbero essere saltati in alto dalle categorie minori.

Bernie Ecclestone, Max Mosley e la FOTA non pensano che il problema principale della Formula 1 siano i costi, ma il sistema di punteggio. Lo hanno cambiato ancora: le piace, oppure no?

Cosa si sta suggerendo? Oggi i piloti hanno delle auto molto affidabili. Normalmente si siedono nell’abitacolo e sono in grado di guidare al 100% dall’inizio alla fine. Se si sta dicendo che dobbiamo avere questo sistema di punteggio basato sulle vittorie, che penso sia abbastanza buono, significa che si sta dicendo che alcuni piloti non ci proveranno più. Ma abbiamo molti giovani piloti che ci proverebbero in ogni caso. Bisogna che la Formula 1 non ricompensi quei piloti che stanno solo lì senza andare forte.

La più brillante persona che abbiamo ora è Vettel: è un buon esempio di vero pilota! Guarda invece Button: francamente, io non avrei continuato. Lo avrei rimpiazzato perché se non dai il 100% anche quando la macchina non è così buona allora devi essere tagliato fuori! Non puoi essere bravo solo quando hai una buona vettura, ma anche quando non ce l’hai. Credo che piuttosto che cambiare continuamente le regole per i team, si dovrebbe appoggiare un po’ di più i giovani piloti.

E’ un anno di novità per la Formula 1 con le nuove macchine. Le piacciono? E secondo lei, miglioreranno lo spettacolo?

Non lo so, sembrano interessanti, lavorano bene, ma chi può dire cosa succederà! La McLaren non sembra lavorare bene… Però sai, sarà una cosa tra i team. Credo che alcune decisioni prese per abbassare i costi siano buone, ma la F1 deve pensare anche a tutti i soldi che ha sprecato. Lo so anche essendo ormai fuori, perché anche ai miei tempi i soldi venivano sperperati. La cosa più difficile forse è guadagnare un miglior apprezzamento dei soldi.

Quando sono andato in Messico e ho vinto il campionato l’intero team Ferrari era composto da 15 persone, che lavoravano su due macchine e tutte le cose extra.

Era la NART, però, non il team ufficiale.

Praticamente era ufficiale anche se correva con i colori della squadra di Chinetti (la North American Racing Team, ndr) perché c’era stata una lite con Enzo Ferrari.

Comunque quando lo confronti con un team odierno, che per mettere in pista due vettura utilizza 600 o 700 persone ti fa pensare!

La Honda si è ritirata dalla Formula 1… di nuovo. Non è la prima volta che se ne vanno!

Oh, è stato vergognoso! Io ero parte della Honda e ho sempre dato il mio supporto, ma la gestione e il programma sono stati vergognosi! Per come hanno gestito le cose negli ultimi anni, penso che non dovrebbero prendere mai più parte alla Formula 1. La Honda dovrebbe vergognarsi per come le cose sono andate.

La gestione era simile a quella degli anni ‘60?

No, filosofie differenti. Negli anni ’60 non c’erano i soldi. All’epoca non avevamo abbastanza soldi per far tornare i motori a Tokyo, e quindi non avevamo motori per correre. E quando pensavo che avessimo trovato il modo per vincere in modo continuo con la macchina che avremmo dovuto avere, quella del 1969, il signor Honda e le banche si trovarono disaccordo e fermarono il progetto. Però la Honda era una società che faceva corse e faceva crescere persone da destinare al reparto corse: quando ero con loro fecero degli errori, ma migliorarono e costruirono motori vincenti.

Questa volta però non hanno parti da recitare come invece era prima. Il Giappone non sembra essere una scusante per la cattiva organizzazione.

Lei ha avuto una carriera incredibile: ha corso nelle moto, poi in F1 e alla fine è diventato team manager. Che cosa le è piaciuto di più fare?

Ho amato guidare auto e moto. Diventare tutt’uno con una macchina è qualcosa di veramente speciale. Quando vedo le macchine di oggi mi dico ‘Se soli fossi più giovane di cinquant’anni!”

Ho avuto molti momenti buoni nella mia vita, ma sono felice di essere ancora nel motorismo.

Ultima domanda. La sua più bella gara di sempre?

Non lo so… forse la più bella gara è sempre la tua prima gara! La prima gara che io abbia mai vinto, quando ero ancora giovane. Avevo diciassette anni e correvo con la moto che io stesso avevo costruito. Era un piccolo circuito in Galles, chiamato Aberdare. Quel giorno, improvvisamente, sono diventato una cosa unica con la moto e quella vittoria è stata l’inizio della mia intera vita nel motorismo.

Poi, parlando di auto… quando ho vinto il mio primo Gran Premio. La Ferrari aveva avuto problemi nel 1962. Un disastro per loro. Io li avevo battuti con una macchina nuova, la Lola. Così mi chiesero di andare da loro, ma l’ingegnere se ne era andato, così come molte altre persone, e dovemmo ricominciare dall’inizio. Prendemmo pezzi da una macchina, pezzi da un’altra e li mettemmo insieme. Andammo al GP di Germania al Nurburgring e dominammo tutti i giri tranne uno (al quarto passaggio fu sorpassato da Jim Clark, ma poi Surtees riprese la posizione e vinse, ndr).

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