Parole, parole, parole. La canzone di Mina interpreta perfettamente l'incapacità della Formula 1 nel trovare una sintesi sulle regole del 2017. Tanti proclami, ma nessuna decisione importante. Il vertice di ieri a Londra fra i responsabili del Circus che doveva essere decisivo nel mettere le basi alle norme dei prossimi anni è fallito clamorosamente. (continua...)
Nessuno che perori la causa dello sviluppo della Formula 1, ma tutti che puntano a lucrare al massimo un piccolo vantaggio competitivo da conquistare o difendere. Insomma è un tutto contro tutti che porta puntualmente alla paralisi. E sì che sul tavolo della discussione c'erano argomenti importanti: il costo delle forniture delle powr unit che dal 2018 dovrebbe essere ridotto dagli attuali 20 milioni di euro a non più di 12 milioni.
La proposta era di definire una lista di componenti da bloccare nello sviluppo e rendere disponibile per tutti a un costo ottimizzato. Si parlava di pacco delle batterie, iniettori, candele per non dire di turbo e MGU-K o MGU-H, lasciando la piena autonomia di gestione dell'ERS. C'è chi ha contestato che ci sono motori con caratteristiche diverse: quello Mercedes ha l'ibrido funziona ad alta tensione, mentre la Ferrari ha un sistema a bassa tensione: come si possono far funzionare le due unità con la stessa batteria? E' impossibile.
Incagliati su questi argomenti, il tema dei motori non è stato risolto: l'intenzione (piuttosto condivisa, a dire il vero) è di portare questo argomento al 2018, sebbene ci sia la mannaia del Consiglio Mondiale FIA che ha dato mandato a Bernie Ecclestone e Jean Todt di decidere motu proprio se non si fosse trovato un accordo in questa sede...
Sulle regole 2017 era stato raggiunto un accordo fra 8 delle 11 squadre nel paddock, ma a rompere il fronte ci ha pensato la Red Bull, sostenendo che le monoposto con gomme più larghe e alettoni più grandi saranno più veloci nel tempo sul giro, ma l'influenza dell'aerodinamica sarà tale da non permettere i sorpassi in scia. E, allora, forse è meglio non cambiare niente, allontanando gli appassionati della Formula 1 attuale...
In materia di sicurezza si è parlato di proteggere di più l'abitacolo: la FIA ha portato tre proposte diverse grazie alle quali la testa del pilota dovrebbe essere meno esposta agli urti frontali. La soluzione che più piace è l'Halo della Mercedes, vale a dire il "diadema" in carbonio proposto dal team di Brackley. Il concetto è condiviso (anche se è piuttosto complicato uscire dal cockpit in caso di ribaltamento) da molte squadre, ma alcune vorrebbero avere l'autonomia di disegno per adattare la struttura alla propria vettura.
Insomma non c'è accordo su niente, nemmeno sull'opportunità di permettere alla Pirelli di sviluppare in specifici test le gomme più larghe per il 2017: alla Bicocca dovrebbero progettare e sperimentare coperture mai usate solo al simulatore. Ma che senso ha tutto questo, visto che il no ai test in pista è giustificato solo dall'aumento dei costi. Salvo poi comprare dei banchi dinamici da 20 milioni di euro l'uno (la Ferrari ne ha addirittura due...) la cui efficacia resta per molti dubbia...
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