Dopo settimane di silenzio è tornato a parlare delle condizioni in cui imperversa Jules Bianchi il padre, Philippe, concedendo una breve intervista a France Info riguardo la situazione del figlio, che non accenna a dare segnali confortanti a nove mesi dall'incredibile incidente occorsogli durante il Gran Premio del Giappone di Formula 1 2014. (continua...)

L'ex pilota del team Marussia - ora Manor - si trova sempre ricoverato all'ospedale di Nizza, con la famiglia spesso riunita al completo al suo capezzale. La situazione, però, è sempre meno incoraggiante. Il tempo passa e Jules non sembra reagire e compiere quei miglioramenti che ogni giorno genitori e fratelli attendono con pazienza.

"Vederlo così tutti giorni è insopportabile. Una tortura quotidiana", ha dichiarato Philippe Bianchi. "A volte ci sembra di impazzire perché, per me, vederlo così è peggio che saperlo morto. Purtroppo noi più di così non siamo in grado di aiutarlo".

Solitamente la riabilitazione da incidenti del genere - se avviene - accade entro i primi sei mesi dopo l'incidente. Nel caso di Jules, invece, tutto è rimasto uguale. Stando a quanto riferito dallo stesso Philippe Bianchi, Jules sarebbe in grado di stringere le mani alle persone che gli stanno accanto, ma nessuno è in grado di dire se si tratti di una sua volontà o di un semplice riflesso. 

"Il tempo passa e ora sono meno ottimista rispetto a due o tre mesi dopo l'incidente. In quei momenti avevamo più speranze che potesse riprendersi, o comunque che potesse esservi un'evoluzione migliore. Ad un certo punto bisogna farsi un'idea ben precisa e rendersi conto di quanto sia grave la situazione". 

Un altro aspetto che arreca sconforto al padre dello sfortunato Jules sono le disablità che potrebbe presentare se, miracolosamente, dovesse svegliarsi dal coma in cui si trova da mesi. "Se si dovesse sevegliare e trovarsi con disabilità enormi siamo abbastanza sicuri che non accetterebbe la situazione. Non è quello che vuole. Avevamo parlato dopo l'incidente di Schumacher a Meribel. Ci aveva detto che se solo non fosse più riuscito a guidare non l'avrebbe probabilmente accettato. Perché tutto ciò era la sua vita".

www.omnicorse.it