Il finale del Gran Premio di Monaco nel 1992 avrebbe potuto far saltare il cervello di Bernie Ecclestone. Da mesi doveva stare a sentire come la Formula 1, a causa delle vittorie solitarie di Nigel Mansell, fosse diventata di una noia mortale. Il principe Ranieri di Monaco venne addirittura inquadrato dalla telecamera mentre sbadigliava. E poi questo finale, che sembrò uscito dal nulla. Nigel Mansell aveva dichiarato: “Questa gara durerà esattamente 5 secondi: 5 secondi dopo la partenza inizia infatti il divieto di sorpasso...". Mansell e Patrese sembrarono lanciarsi in modo ottimale dalla prima fila. Contrariamente ai piloti della Williams, Senna non aveva...(continua) attivato il controllo di trazione, tuttavia si infilò tra Mansell e Patrese. “Per farlo, ho rischiato molto alla prima chicane”, raccontò Senna più tardi. Schumacher sorpasso Berger, chiarendo quindi le posizioni: si formò la nota collana di perle, un'automobile dietro l’altra.
Mansell al quarto giro era già 5 secondi davanti a Senna, che stava attuando la tattica di "risparmiare i pneumatici”. Dopo 15 giri Mansell aveva un vantaggio di 13 secondi. 40° giro: Mansell 21 secondi davanti a Senna, Patrese a 4,1 secondi da Senna con Schumacher incollato alla macchina del pilota italiano.
La gara sembrava conclusa. 70° giro: Mansell aveva un vantaggio di 28 secondi. Al centro stampa sui laptop venivano già stampati i titoli: “Sesta vittoria nella sesta gara per Mansell...".
Improvvisamente però al leader accadde qualcosa in galleria: “Il mio retrotreno si piegò, per poco non mi girai. Pensai ad un pneumatico difettoso”. In realtà una ruota si era allentata. Mansell comunicò ai box via radio: ‘Vengo per il cambio pneumatici”. Quando ritornò sul circuito con pneumatici nuovi, non preriscaldati, aveva un ritardo di 1,8 secondi rispetto a Senna, che aveva assunto il comando. Senna percorse il 72° giro in 1:24,2, Mansell dovette prima riscaldare i pneumatici, il che gli comportò un giro in 1:27,5. 73° giro: Mansell si impegnò, ridusse la distanza a 4,3 secondi. 74° giro: Senna fece registrare 1:24.0, Mansell era furioso, si avvicinò a 1,9 secondi. Rincorse selvaggiamente Senna, attaccò dappertutto, sembrò rallentare, i pneumatici frenavano. L’inimicizia che esisteva da anni fra Mansell e Senna si poteva sentire addirittura attraverso i teleschermi. “Corremmo oltre i nostri limiti”, disse Mansell. Senna aggiunse: “Tutto era solamente una questione di autodisciplina”. Mansell: “Ayrton mi bloccò, ma rimase corretto”.
Senna vinse, demolendo completamente Mansell, che si trascinò sui gradini fino alla loggia del principe, come un alpinista, che ondeggia sulla cima di un ottomila.
Monaco 1992 fu un duello elettrizzante fra questi due piloti, che da anni non si piacevano e si combattevano caparbiamente e senza pietà, fino a quando non scoccarono le scintille.