Coloratissima! Ecco il primo aggettivo che viene in mente. Sulla falsariga delle precedenti scelte del team (la B186 e la B187), anche la Benetton B188 punta a colpire cromaticamente prima ancora che in pista, al punto da puntare ad una inconsueta presentazione.
Gli invitati e i giornalisti presenti sono invitati ad indossare una tuta bianca e pure tutto il salone della presentazione è completamente bianco; all'inizio della musica introduttiva, un gruppo di ballerini comincia a lanciare sui pannelli candidi, una serie di uova contenenti colore, macchiandoli, mentre la monoposto fa il suo ingresso trionfale.
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Effettivamente la B188 è
una delle più colorate e vivaci auto del suo periodo ma anche le sue forme
appaiono piuttosto accattivanti ed insolite in confronto alle sue contemporanee.
L'alettone alteriore, molto basso rispetto al suolo,
è privo di flaps e ha la corda maggiore alle estremità. Il muso è basso
ed appuntito con il telaio sagomato in modo da restringere leggermente
la sua sezione in corrispondenza delle ruote anteriori. I cassoni laterali sono squadrati con un marcato restringimento stile "coca cola" posteriormente. |
Altra caratteristica insolita è la presenza di tiranti a sostegno degli alettoni; in particolare l'attacco di quelli anteriori è mascherato da una piccola carenatura a goccia sopra al telaio.
La livrea riesce ad abbinare tutta una serie di colori vivacissimi in modo gradevole. Il muso ed il telaio sono verdi (eccetto una sottile striscia rossa con lo sponsor Riello) con le scritte "benetton" lateralmente e il marchio della casa di Treviso superiormente, appena davanti all'abitacolo. Le fiancate sono rosse e blu con i marchi "Riello" su campo rosso e su campo blu "Sisley" lateralmente e "Colors" superiormente. La sagoma della presa d'aria sdoppiata è gialla e reca i marchi del motorista Ford e del fornitore di carburante Mobil.
La Benetton B188 corse durante tutta la stagione 1988 e nei primi Gran Premi dell'anno successivo in attesa dell'esordio del successivo modello 189. Il primo anno, con alla guida il belga Thierry Boutsen e l'italiano Alessandro Nannini vinse con estrema facilità i trofei Jim Clark e Colin Chapman riservati alle auto dotate di motore atmosferico. In alcuni Gran premi riuscì addirittura a contrastare efficacemente le altre vetture turbo con una serie di piazzamenti davvero eccellenti risultando terza nel Campionato costruttori con 46 punti (prima fu la stratosferica Mclaren con 199 punti, seconda la Ferrari a quota 65) e piazzando Boutsen 4° e Nannini 7° con 31 e 15 punti rispettivamente nel Campionato piloti.
Thierry Boutsen | Alessandro Nannini | |||
Prove | Gara | GP | Prove | Gara |
7 | 7 | Brasile | 12 | motore |
8 | 4 | S.Marino | 4 | 6 |
16 | 8 | Monaco | 6 | cambio |
11 | 8 | Messico | 8 | 7 |
7 | 3 | Canada | 5 | pompa benzina |
5 | 3 | USA | 7 | sospensione |
5 | motore | Francia | 6 | 6 |
12 | trasmissione | G.Bretagna | 8 | 3 |
9 | 6 | Germania | 6 | 18 |
3 | 3 | Ungheria | 5 | motore |
6 | 3 | Belgio | 7 | 4 |
8 | 6 | Italia | 9 | 9 |
13 | 3 | Portgallo | 9 | assetto |
4 | 9 | Spagna | 5 | 3 |
10 | 3 | Giappone | 12 | 5 |
10 | 5 | Australia | 8 | testacoda |