La vista laterale mostrava un cuneo, la vista dall'alto una freccia pronta a scoccare. Ad esaltare il tutto, la consapevolezza che quelle forme nascondevano un motore brutale e potentissimo, il BMW 4 cilindri turbo che, con circa 600 CV, fu il primo motore sovralimentato a conquistare il titolo mondiale.
L'insieme dava l'idea di un vero purosangue, agile ed aggressivo, degno erede di certe monoposto anni '70 quando ancora non esistevano le minigonne.
Nella colorazione originaria l'auto era tutta bianca con la grossa scritta dello sponsor Parmalat sulle fiancate, la parte superiore del muso era blu (eccetto una sottile linea bianca al centro) proseguendo con una fascia oltre all'abitacolo per chiudersi dietro al roll-bar.
Blu erano pure i bordi delle piccole pance laterali. Davanti al posto di guida e sulle paratie degli alettoni le scritte degli sponsors Fila, Santàl e Michelin. A stagione inoltrata la colorazione si invertì di posizione come in un negativo creando un effetto decisamente migliore ed molto più elegante.

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Bellissima... e pure vincente! Dopo un esaltante testa a testa con la Renault di Prost, il brasiliano Nelson Piquet riuscì a conquistare l'iride e anche il secondo pilota, l'italiano Riccardo Patrese potè avere le sue soddisfazioni.
Nonostante tutto questo, la strada scelta tecnica con pance laterali ridottissime ebbe in futuro pochi proseliti; una soluzione del genere con radiatori particolarmente alti, davanti alle ruote motrici non poteva durare a lungo.
La stessa Brabham, nel corso degli anni, aumentò progressivamente la lunghezza dei cassoni fino a soluzioni più classiche per le maggiori esigenze di raffreddamento e non si rividero più saette del genere.

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