7° Concorso d'eleganza del Tigullio - di Paolo Baldinotti
Un suono inconfondibile e mi volto d'istinto.
Un rombo cupo a stento trattenuto; 12 cilindri che girano basso pronti a scatenarsi in tutta la loro potenza.
sfrenata,
rombante,
brutale,
incontrollabile,
...d'altri tempi.
I miei occhi catturano immediatamente una rossa e ondulata sagoma che richiama un'epopea eroica, leggendaria ed irripetibile
Istantaneamente, sentire e vedere mi fa comprendere come la gente potesse accalcarsi in massa ai bordi delle strade per veder passare la Mille Miglia.
Il 18 e 19 giugno si è svolto nelle città di Portofino, Santa Margherita Ligure e Rapallo un concorso d'eleganza per vetture d'epoca italiane per assegnare il trofeo per "La più bella auto italiana del XX° secolo" tra le vincitrici delle sei precedenti edizioni che di volta in volta hanno visto confrontarsi auto di sei case: Alfa Romeo, Ferrari, Fiat, Isotta Fraschini, Lancia e Maserati.
Le 18 automobili presenti rappresentavano quanto di meglio si possa vedere relativamente ad un periodo storico che va dal 1910 al 1967 e ve le propongo in stretto ordine alfabetico con qualche foto (molte e più dettagliate le potrete vedere nella nostra Galleria fotografica) e un breve commento.
Alfa Romeo 1750 GTC Cabriolet Royal
Presente in due versioni. Quella azzurra era stata carrozzata nel 1931 dalla Touring, mentre era presente anche una versione carrozzata da Sala risalente al 1932. L'Alfa Romeo 1750GTC era stata prodotta in numerosissime versioni e rappresentava l'auto sportiva italiana per eccellenza nella sua epoca. La versione 6C 1750 GS (Gran Sport) era un sei cilindri, da 1750 cc appunto, che nel 1929 correva la Mille Miglia e venne prodotta in 2579 esemplari. In quel periodo l'Alfa Romeo realizzava molti modelli con una frequenza di innovazioni ed aggiornamenti sorprendente. La 1750 GS derivava dalla precedente 1500 e da essa nacque la 8C 2300 semplicemente aggiungendo due cilindri al vecchio motore elevandolo di cilindrata.
Alfa Romeo 6C 2300 Berlinetta Mille Miglia (1937)
Questa automobile colpisce per le sue forme aerodinamiche e decisamente moderne per l'epoca. La carrozzeria era stata realizzata dalla Touring con una modalità costruttiva "Superleggera" che permetteva appunto leggerezza e robustezza e che venne anche adottata da molti modelli della Ferrari del primo periodo. Tale sistema costruttivo prevedeva la realizzazione di una leggerissima struttura tubolare che sosteneva la pannellatura di rivestimento in alluminio. La 6C 2300 MM era dotata di un 6 cilindri in linea da circa 105 CV di potenza massima a 4800 giri e l'esemplare mostrato è solo uno delle tante varianti che la meccanica ebbe modo di originare sotto le mani esperte dei migliori carrozzieri dell'epoca.
Ferrari 195 Inter (1951)
Nel 1951 la Ferrari era una casa ancora giovane ma già molto conosciuta ed apprezzata, non fosse altro per la solida reputazione che il fondatore Enzo Ferrari si era già meritato negli anni precedenti con la gestione delle Alfa Romeo da corsa. Come tutta la produzione Ferrari del primo periodo, la 195 Inter possiede un motore strettamente derivato dalle competizioni, pur se con caratteristiche di compresione e potenza meno spinte. E' una evoluzione della 166 con cilindrata maggiorata a 2341 cc (V12 a 60° da 135 CV) e, come consuetudine dell'epoca, è stata carrozzata da diversi stilisti come Touring, Ghia, Vignale (l'esemplare in mostra) e molti altri a seconda dei gusti personali dei clienti, per creare delle "fuoriserie" da sogno. Questo esemplare è abbastanza particolare per la sua colorazione bicolore e si distingue dalle "sorelle" per alcune variazioni della linea, soprattutto nella parte frontale (calandra e sistema fanalerie) e nella coda (in genere erano dei "due volumi" tipo "fastback").
Ferrari 250 Monza (1954)
Un purosangue che difficilmente sembra poter partecipare ad un concorso di eleganza. Ma le emozioni che una simile auto riesce a trasmettere anche quando la si ammira ferma sono difficili da esternare. La 250 Monza era una versione speciale spider realizzata in soli quattro esemplari di cui due carrozzati da Pininfarina e due da Scaglietti (come l'esemplare delle foto). Era dotata di un motore V12 a 60°da 2953 cc con basamento e testata in lega leggera per una potenza di circa 250 CV. Forse non era la punta di diamante della casa italiana, nè la più potente e veloce, ma la bellezza e la purezza delle linee appaiono come quelle dell'auto sportiva a motore anteriore degli anni cinquanta per antonomasia. L'esemplare in mostra era in condizioni perfettissime, non temo di dire che molto probabilmente era addirittura in uno stato ancora migliore rispetto a quando correva!
Ferrari 250 SWB Spider California (1962)
Pensare a spider degli anni sessanta, richiama alla memoria una linea pressoche simile a questo bellissimo esemplare carrozzato Pininfarina. Un'auto dalle linee semplici ma nello stesso ricercate e curate con elementi e particolari che sono ormai imprescindibili da un'epoca fatta di auto veloci, lusso, divi, "bella vita" e tutto quanto i sogni possono richiamare. Il motore non poteva che essere un 12 cilindri a V di 60° anteriore che esprimeva qualcosa come 210 CV. Ma per questa, e tutte le altre auto della mostra, parlare di motore e potenza non rende pieno merito alla bellezza di forme e materiali. Il frontale di questa sportiva è bellissimo ed aggressivo nello stesso tempo: fanali tondi, fendinebbia, la griglia e la presa d'aria sul cofano motore caratterizzano questo elegantissimo modello.
Fiat 524C Spider Cabriolet (1932)
Parlare di Fiat è parlare principalmente di utilitarie, ma negli anni trenta le utilitarie non esistevano affatto e le vetture prodotte dalla casa torinese erano comunque gioielli. Forse meno eleganti e ricercati delle Lancia o meno improntati alla sportività come le Alfa Romeo che gareggiavano e vincevano in tutto il mondo. Ma la 524C Spider Cabriolet resta comunque un modello bellissimo con la sua carrozzeria cabriolet scura con decorazioni arancioni e la protezione in tela della ruota di scorta. Il livello di manutenzione e accuratezza del restauro appare davvero eccellente.
Fiat 525 SS Spider (1929)
Stesso discorso anche per l'altra Fiat degli anni trenta presentata all'esposizione tigulluina. La 525 SS Spider è solo di qualche anno precedenterispetto all'altro modello.
Splendida comunque con la sua carrozzeria chiara con parafanghi e cofano motore scuro; è uno spider "puro", con la carrozzeria molto più bassa come linea di cintura. Abbastanza simile nelle linee della calandra che però è maggiormente curata a livello costruttivo in quanto completamente cromata.
Fiat Tipo 4 30-45HP Landaulet (1910)
La "nonna" del gruppo. Quasi più simile ad una carrozza che ad un bolide della strada e l'anno la dice lunga su come erano ancora interpretate le auto a inizio secolo scorso. Il legno naturalmente la fa ancora da padrona ma ogni particolare (ruote, fari, porte, vetri, interni) fa sembrare le vetture degli anni venti e trenta come dei grossi passi in avanti nell'evoluzione automobilistica (!). Inserisco ben volentieri anche la foto illustrante la targa in ottone posta alla base dell'entrata ai posti di guida con l'indicazione dell'artigiano carrozziere autore di questo gioiello che appare restaurato davvero molto accuratamente..
Isotta Fraschini 8A S Landaulet Limousine (1929)
Isotta Fraschini 8A S Cabriolet Commodore (1927)
Isotta Fraschini 8B S Landaulet Imperiale (1931)
Le tre Isotta Fraschini presenti sono delle vere e proprie opere d'arte che rappresentano quanto di meglio il lusso italiano di quell'epoca riusciva a creare. Il marchio Isotta Fraschini era realmente al top in questo senso assieme all'inglese Rolls-Royce ed alla spagnola Ispano-Suiza, spesso superandole. Tutte queste vetture fanno parte della variegata serie di auto generate dalla Tipo 8 presentata al salone dell'automobile di Parigi del 1924 nella versione 8A destando scalpore per il livello di finiture ed eleganza espresso. Ma anche dal punto di vista prettamente tecnico la casa milanese era all'avanguardia: si trattava del primo motore 8 cilindri automobilistico. La versione 8B introduceva l'accensione a spinterogeno, modifiche al monoblocco e nel cambio.
La 8A Landaulet Limousine è una vettura due porte dalle linee sportive e forse più semplici rispetto agli altri due modelli presenti. Da notare l'altezza sensibilmente inferiore del vetro anteriore che aumenta la sensazione di potenza ed aggressività.
La 8A Cabriolet Commodore è una due porte ancora più bella e curata, non fosse altro per la scelta cromatica più dettagliata ed originale. Il tocco delle gomme bianche e la forma corta della capotte con posti esterni posteriori riporta la mente a vecchie storie di gangster...
La 8B Landaulet Imperiale rende appieno merito ad un lusso impareggiabile. Una vettura d'alto rango fatta per farla guidare dall'autista di famiglia...
Lancia Astura Berlina (1938)
Un "macchinone" elegante, forse un pò austero, dalle linee nettamente più moderne e meno tradizionali delle Isotta Fraschini che, tutto sommato, non erano tanto lontane nel tempo. Durante gli anni trenta l'evoluzione stilistica delle linee delle carrozzerie ha beneficiato di un notevole sviluppo all'insegna del modernismo" imperante. Le linee, pur mantenendo il cofano motore stretto con parafanghi separati e le ruote di scorta a vista, sono decisamente più avviate e le linee tondeggianti la fanno da padrone. E questa era l'auto di lusso del suo tempo.
Lancia Astura Coupe' GL (1938)
La Lancia era una delle migliori rappresentanti del lusso in campo automobilistico. Ma anche una casa che si distingueva per una scelta di carrozzerie splendide, frutto di un "design" di gusto superiore. Come una Bugatti italiana...
La Astura Coupè GL lascia a bocca aperta per la purezza di linee tradizionali ed aerodinamiche nello stesso tempo, una perfezione e maniacale ricerca del miglior rendimento nascondendo ogni organo meccanico sotto una carrozzeria ben profilata.
Un due porte con abitacolo compatto e un cofano lungo, lungo, lungo...
Sembra quasi di vedere il progettista che traccia rapidamente come un pittore delle linee tese sui fogli da disegno alla ricerca della perfezione stilistica illuminato dal futurismo. Il risultato: una automobile lussuosa, slanciata e sportiva destinata ad una élite ristretta di pochi fortunati dal senso estetico superiore.
Lancia Astura Torpedo GL (1933)
Questa è una vettura leggermente più anziana. E' anche molto più piccola ma è un vero gioiello. Al di là della perfezione del restauro colpiscono anche i singoli particolari che solo una dettagliata relazione fotografica possono illustrare come meritano. La carrozzeria bicolore crema-azzurro è spettacolare e contribuisce non poco alla sua bellezza non meno che i pneumatici bianchi. Da segnalare anche la zona abitacolo con i due posti anteriori separati dai due posteriori e tutti protetti da una piccola vetratura specifica. Ripeto, un vero gioiello che a prima vista sembra non imporsi all'attenzione in mezzo alle altre vetture. Ma a ben guardare, da intenditore che osserva e giudica anche i particolari, non si può fare a meno di restare colpiti da tanta bellezza.
Maserati 200 SI Sport (1957)
Come la Ferrari 250 Monza, ecco un altro esemplare fortemente corsaiolo. Le linee sono quelle classiche delle auto da competizione a motore anteriore del periodo con corpo vettura bel avviato aerodinamicamente e parafanghi ondulati. La coda rotondeggiante, le "branchie" laterali al cofano motore e le ruote a raggi sono altri elementi tecnico-stilistici che il pensiero riconduce a questo tipo di vetture. Nelle foto ho voluto inserire anche uno sguardo all'abitacolo evidenziando la struttura tubolare del telaio, il tunnel centrale con la corta leva del cambio con selettore, i piccoli sportelli, il cruscotto spartanissimo e il sediolo. Tecnicamente parlando la 200 SI era fornita di un motore 4 cilindri in linea 8 valvole da 1994 cc e 190 CV con distribuzione a camme in testa. Il telaio era il classico tubolare a traliccio con carrozzeria biposto in alluminio. Naturalmente i freni erano a tamburo.
Un clichè... ma che clichè!
Maserati 5000 GT Coupè (1962)
La Maserati, casa dalla lunga tradizione, ha avuto varie vicissitudini societarie, ma si è sempre distinta per la realizzazione di vetture sportive dalle ottime prestazioni. Si è anche distinta per aver realizzato prodotti un pò "fuori dal coro" con soluzioni stilistiche innovative e particolari.
Questa 5000GT carrozzata Frua e prodotta in due esemplari ne è un chiaro esempio, colpendo gli appassionati anche di oggi per le particolarità del suo design frontale. La calandra dalla caratteristica sagoma, la presa d'aria superiore con il marchio della casa e i fari rettangolari non trovano certo analogie in una casa rivale come la Ferrari. Otto cilindri a V di 90° da 4941,1cc da 340 CV possiede un motore davvero eccellente che le consentiva una velocità massima di circa 270 Km/h.
Forse le sue linee possono destare perplessità, le due prestazioni no.
Maserati 4000 Coupè (1967)
La Mistral è un'altra auto potente e veloce; del resto una Maserati non può essere altrimenti. Anche in questo caso le linee sono particolari, soprattutto la cosa ben avviata con grande lunotto vetrato. Particolare, forse un pò troppo, l'anteriore ma la linea laterale è piacevole. La mente facilmente richiama altri purosangue due volumi rivali del periodo: Ferrari, Jaguar, Aston Martin...
Questo articolo introduce solo brevemente una galleria fotografica che a breve sarà presente nel nostro sito GPX.IT.