Come non poter confrontare un pilota moderno come Michael Schumacher e i suoi antenati avversari?Michael Schumacher ha conquistato il suo quarto titolo mondiale e riflettendo su un risultato del genere non si può far altro che confrontare il tedesco con gli altri grandi campioni del passato. Qualcosa del genere era avvenuto durante il 2000 quando Hakkinen, concretamente in lotta per il mondiale avrebbe potuto, unico dopo Fangio, vincere tre titoli mondiali consecutivi. I nomi dei grandi piloti di F1 vengono snocciolati con relativa facilità: Fangio, Ascari, Brabham, Clark, Stewart, Piquet, Prost, Senna e se ne potrebbero inserire molti altri come Moss, G.Hill, Fittipaldi, Lauda, Mansell; più difficile è paragonarli tra loro e stilarne una qualche classifica. Schumacher è solo ad un passo dai cinque titoli di Fangio e ha veramente grandi possibilità di farcela in considerazione delle sue grandi doti e soprattutto del buon periodo della Ferrari. Quest'anno ha superato i record di vittorie, di giri veloci e di numero di Km al comando. Per quanto riguarda i punti e le pole positions il primato è, tutto sommato, alla sua portata. Ma limitarsi ai numeri raggiunti non può dare un metro di valutazione corretto. I piloti moderni disputano un numero di GP nettamente superiore a quelli degli anni cinquanta e sessanta, non a caso in testa alle varie statistiche ci sono praticamente solo piloti degli ultimi trent'anni. Inoltre, fattore molto importante, la competitività della vettura è preponderante e disporre dell'auto migliore consente di ottenere già grandi numeri in un paio di buone stagioni, negli anni passati c'era una maggiore distribuzione di vittorie, pole e giri veloci. Un metodo attendibile è confrontare i risultati in base al numero dei Gp disputati facendo pur sempre attenzione: se Baghetti avesse per caso disputato solo il suo primo e vittorioso GP sarebbe il migliore di sempre! Piuttosto, un pilota come Fangio che ha dominato interi anni, se avesse potuto correre 16/17 gare a stagione avrebbe ad esempio ottenuto più vittorie ma non più dei suoi cinque titoli. La carriera di piloti come Clark e Senna è stata interrotta tragicamente quando avrebbero presumibilmente continuato a vincere: Clark avrebbe vinto con ogni probabilità vinto il mondiale 1968, Senna avrebbe continuato a vincere e ottenere pole. Questi due piloti sono stati quindi molto più bravi di quanto i dati, peraltro ottimi, fanno notare. Ma cerchiamo di analizzare brevemente la carriera di questi grandi della F1 e cerchiamo di valutarli singolarmente.
Fangio: I suoi cinque titoli mondiali sono sembrati a lungo un risultato irraggiungibile per tutti e solo adesso Schumacher ha la possibilità di eguagliarlo. Nei sette anni che ha corso ha vinto ben cinque allori iridati e nel 1950 ne ha perso un altro per un guasto all'ultima gara. Nel 1952 non ha corso e nel 1953 disponeva di una vettura non competitiva. Il rapporto tra risultati e Gp disputati è davvero impressionante, irraggiungibile e se quelle stagioni fossero di 16/17 Gp il suo palmarès sarebbe ai vertici assoluti tuttora.
Ascari: Il pilota italiano ha dominato le stagioni 1952 e 1953 ma, francamente non aveva grandi rivali. Piuttosto nel 1951 avrebbe potuto vincere il mondiale battendo Fangio con la sua Ferrari. La sua carriera si è fermata tragicamente durante un test a Monza ma probabilmente non avrebbe ottenuto molto di più poiché in quel periodo la Ferrari si trovava in sensibile svantaggio tecnico.
Brabham: Il pilota australiano è spesso (e stranamente) poco valutato, eppure ha vinto qualcosa come tre titoli mondiali di cui i primi due nel 1959 e 1960 sfruttando probabilmente la vettura migliore e vincendo il titolo 1966 (caso unico) con una propria auto. Inoltre c'è anche da tener conto che nel 1967 avrebbe potuto bissare il titolo se solo avesse tenuto a freno Hulme che era nel suo stesso team. Infine si può dire che la carriera di Brabham si è incrociata con quella di piloti di altissimo livello (Moss, Clark, G.Hill, Stewart ecc...).
Clark: Da molti è considerato il migliore di tutti per le sue doti velocistiche assolute, con qualsiasi oggetto che avesse quattro ruote. E' stato competitivo sempre, anche con vetture inferiori alla concorrenza. I mondiali che ha vinto li ha dominati letteralmente (grazie spesso ad auto eccezionali che comunque solo lui riusciva a fruttare a dovere) e ne ha persi molti per problemi di affidabilità del mezzo. Seriamente candidato al titolo 1968, muore prematuramente dopo aver vinto il primo Gp; la sua Lotus era talmente competitiva che trionferà comunque con Graham Hill. Anche Clark si è trovato davanti rivali di prim'ordine.
Stewart: Che dire di un pilota che trionfa in tre anni e vince 27 Gp disputando solo 99 corse? I numeri parlano da soli e bisogna tener anche conto che si è ritirato volontariamente anzitempo quando era all'apice della carriera e in grado di essere ancora competitivo. Anche in questo caso i suoi antagonisti erano tutti grandi piloti.
Piquet: Ha vinto ben tre titoli ed è stato per molto tempo sempre ai vertici. Tuttavia le sue statistiche non sembrano al top anche perché ha alternato buoni campionati ad altri mediocri ed è sembrato non particolarmente veloce rispetto agli inizi carriera. In ogni caso si è confrontato con piloti del calibro di Lauda, Jones, Reuteman, Prost, Mansell e Senna.
Prost: Osannato da molti, sottovalutato da altrettanti, il pilota francese era il detentore del record del numero di vittorie in F1. Se il confronto con Senna sembra vederlo in svantaggio, bisogna considerare che agli inizi di carriera era molto più veloce. Dal 1981 al 1984 si era segnalato come uno dei migliori nel circus ma anche come il grande perdente. E' arrivato ad un passo dall'affermazione negli anni 1983 e 1984; dal 1986 in poi la sua velocità è diminuita diventando il "Professore" per il suo modo di gestire la stagione a suo vantaggio.
Senna: Autentico profeta della velocità e leggendario nella preparazione delle pole position che conquistava. Vincitore dei titoli 1988, 1990 e 1991 e protagonista di quasi un decennio di corse. Negli anni 1992 e 1993 si è trovato di fronte una Williams imprendibile e solo la sua classe gli ha permesso di trionfare in qualche gara. La sua carriera è terminata anzitempo nell'anno che lo avrebbe potuto consacrare ancora mondiale.
Schumacher: E' storia attuale e i suoi record verranno sempre ritoccati. Quattro titoli, la possibilità concreta di raggiungere Fangio e una grande capacità di analisi e di guida che gli ha consentito di vincere in condizioni di inferiorità tecnica. Si fa notare come il tedesco in realtà non abbia avuto troppi seri antagonisti ma Hakkinen è uno dei più veloci piloti in assoluto. Il confronto con Senna è avvenuto quando il tedesco era ancora giovane e solo nella stagione 1993 i due disponevano di una vettura paragonabile e dotata dello stesso motore. Quell'anno era stato Ayrton Senna a vincere ma, ripetiamolo, il brasiliano era nella sua piena maturità. I numeri e le statistiche non potranno consentire un' analisi completa, la velocità di un pilota si deve valutare anche in base alla vettura utilizzata, agli avversari incontrati e dovrebbe tenere in considerazione tutte quelle gare o quei campionati persi per un nonnulla o i cedimenti meccanici non imputabili al pilota. L'analisi andrebbe fatta analizzando ogni singolo Gp e le sconfitte, oltre ai successi, potrebbero illuminare di più questa matassa inestricabile. Fangio, Clark, Brabham, Stewart, Senna, Schumacher... il più grande di tutti? Difficile dare un responso che non sia condizionato da idea personali. Ognuno è stato un grande del suo periodo.