LA PRIMA LEZIONE
Credo di averlo già raccontato, ma la memoria non aiuta
Comunque per quelli che non hanno potuto leggere l'aneddoto mi piace ripeterlo per spiegare meglio la mentalità che si è persa.
Come in tutte le cose pregi e difetti, bene e male, giusto e sbagliato non sono mai tutti dalla stessa parte.
Prima lezione da commissario di percorso. E' sera e siamo tutti in una spoglia stanza di corso Venezia dove a Milano c'è la sede del ACI.
Molte sedie di paglia intrecciata, una scrivania dietro la quale c'è il rag. Ottorino Maffezzoli. E' lui il nostro capo e pure il vero direttore di corsa: Rastelli abbassa la bandiera e poco più.
Alla lezione assiste anche DeLeonibus pilota fortissimo delle GTA.
Maffezzoli lo ricordo come un tipo brevilineo, occhi di ghiaccio, gesticola a scatti e confidenza zero. Un sergente dei Marines vestito in doppiopetto. E' mancato un paio di anni fa e quando l'ho saputo ho provato dispiacere nonostante il suo carattere e la veneranda età superiore agli 80
Dopo circa un'ora di lezione un collega alza la mano, proprio come a scuola, per fare una domanda.
- Dica.
- Scusi, perchè nel 1961 la gara non è stata sospesa?
Il gelo si taglia col coltello e non invidio quello che a parlato. Maffezzoli non risponde subito (e ciò non aiuta il clima), ma si prende una decina di secondi prima di parlare. Poi lo fa in modo molto calmo e solo gli occhi rivelano che non ha affatto gradito la domanda.
- Vede, avevamo 100.000 spettatori in circuito, 14 morti e, soprattutto, decine di feriti che necessitavano urgente assistenza. Come lei dovrebbe sapere i viali interni all'autodromo non sono il massimo come viabilità. L'accesso più breve è dal viale Mirabello che già è intasato dalle macchine parcheggiate e che soffre della strozzatura nel sottopasso della pista d'alta velocità. Se avessi sospeso la corsa molti spettatori si sarebbero riversati in quella zona e i soccorsi sarebbero stati ostacolati. Per un ipocrita segno di rispetto per le vite perse avremmo rischiato di perderne altre. Soddisfatto?
Il silenzio scese nella sala mentre noi riflettevamo su quanto ci era stato detto. Effettivamente il discorso sembrava avere una sua giusta logica.
Il ragazzo che aveva fatto la domanda ringraziò. De Leonibus annuiva col capo.
Dopo un tempo che parve eterno la tensione sembrò pian piano allentarsi. Invece il fuoco stava ancora bruciando sotto la cenere.
- Ricordate tutti una cosa: io sventolerò la bandiera rossa solo il giorno in cui la Sopraelevata dovesse crollare sulla curva del Serraglio.
Si voltò ed uscì. La prima lezione era finita.
Oggi è tutto diverso e come tutte le cose che cambiano si guadagna da un lato e si perde da un altro. Fosse stato per lui non avrebbe sospeso la gara neppure quel primo maggio ad Imola. Io sì, perchè si stava prestando soccorso in una via di fuga.
Forse quello che si è perso è il senso di "sacralità" dell'evento che forse derivava proprio dall'alto numero di caduti che pretendeva. Forse il concetto di "Cavalieri del Rischio" era sentito in modo troppo assolutista, però era integrato da un altro pensiero: un pilota si fa male, ma altri 20 hanno rischiato per ottenere un vantaggio, perchè vanificarlo se non strettamente necessario?
Ovvio che questo integralismo, come tutti gl'integralismi, ha un concetto di fondo sbagliato che sembra esser figlio di uno spettacolo al Colosseo di 2000 anni fa.
Altrettando palese che oggi si è esagerato all'opposto.
Nota a margine per curiosità.
Ai miei tempi la bandiera rossa era a disposizione solo del direttore di corsa. I commissari avrebbero segnalato la sua presenza mostrando due bandiere gialle incrociate.