La Lotus E23 Hybrid è una monoposto che rompe con lo scorso anno: il direttore tecnico Nick Chester ha accantonato l’idea della macchina asimmetrica che dava eccellenti valori in galleria del vento che non si sono mai visti in pista, per cui il tecnico inglese ha preferito tornare sui suoi passi realizzando una vettura più tradizionale che fosse nella condizione di sfruttare il potenziale della power unit Mercedes, considerata la migliore del lotto. (continua...)
I rendering che la Lotus ha diffuso oggi mostrano una monoposto molto razionale, senza voli pindarici, ma con alcune soluzioni interessanti: il musetto non è più a forchetta asimmetrica perché le nuove regole lo vietano e ci hanno mostrato un naso che rispetta che è diverso da quello visto nelle prove libere di Austin (che non aveva convinto i tecnici di Enstone), tant’è che risulta leggermente più alto. È molto probabile che la Lotus in quest’area ci riservi un qualcosa di più creativo più avanti nei test.
È stato mantenuto lo schema push rod nella sospensione anteriore, con i bracci che restano inclinati come sulla E22, ma la cosa interessante è il puntone che non si infulcra più alla parte più alta della scocca, ma quasi si allinea al triangolo superiore, segno che a Enstone potrebbero aver rovesciato il rocker. La Lotus non ha adottato il “diapason” in stile Mercedes nel braccio inferiore, ma la leva anteriore, sul lato ruota mostra una carenatura che sembra piuttosto pronunciata.
Per il momento sono costituiti in due parti con un soffiaggio che li separa e hanno un andamento similie a quello della Red Bull RB10 con la parte posteriore che degrada, mentre è ben visibile un marciapiede esterno.
Il telaio nella parte superiore mantiene un andamento quasi rettilineo fino alla U della scritta Lotus e poi scende in modo evidente quasi in prossimità delle ruote anteriori: lo chassis, quindi, non sembra mostrare un particolare scavo sotto alle gambe dei piloti.
Le fiancate sono piuttosto massicce nella parte alta con bocche dei radiatori a triangolo che si svasano nella parte più bassa, onde favorire un buon passaggio di flussi fra la parete della pancia e il deviatore di flusso verticale che mantiene l’andamento a ponte. Rispetto alla Williams declinano di meno verso il posteriore. Le bocche dei radiatori per il motore Mercedes sembrano più piccole di quelle che servivano per la power unit Renault. Gli sfoghi dell’aria calda dei radiatori sono tutti in coda e la carrozzeria si estende oltre i bracci delle sospensioni posteriori che mantengono lo schema pull rod.
La Lotus E23 Hybrid presenta un inedito disegno nella zona della presa d’aria dinamica del motore Mercedes: questa è di forma ogivale, ma si notano anche altre tre curiose aperture poste in una zona che è quasi coperta dall casco del pilota. I tecnici di Enstone, infatti, hanno cercato di abbassare le “orecchie” che si vedevano sul cofano l’anno scorso, cambiandone la funzionalità. Nell’area del roll-bar la velocità dell’aria è molto elevata per cui è possibile sfruttare le due “branchie” laterali e il foro centrale per ottenere un buon raffreddamento con una massa radiante più contenuta a vantaggio del peso. La Lotus riprende un concetto già visto sulla Toro Rosso STR9 l'anno scorso per la matita di Luca Furbatto: con la E23 Hybrid si inaugura una soluzione che potrebbe essere stata sviluppata, magari in modi diversi, anche da altre squadre. È facile, inoltre, osservare che è sparita la pinna sul cofano motore.
L’alettone posteriore è sostenuto da un mono-pilone molto inclinato verso il posteriore: la Lotus ha esasperato il concetto già visto lo scorso anno, cercando una flessione programmata (sebbene superi tutte le prove di conformità della FIA). Già nel 2014 i meccanici della squadra di Gerard Lopez erano costretti a spingere la monoposto nera e oro senza attaccarsi alle paratie laterali, ma dovevano aggrapparsi ai bracci delle sospensioni, rischiando spesso di cadere.