
Mentre la Hispania Racing Team continua a preferirgli il più munifico Sakon Yamamoto, il pilota indiano ripiega sulla cabina di commento, dove venerdì si è messo al microfono della BBC per raccontare le prove libere. “Ma sabato pomeriggio, dopo la GP2, me ne andrò di corsa. A stare troppo in pista senza correre mi annoio!” ci confida ridendo.
La domanda spontanea, però, riguarda il suo futuro a breve termine: lo rivedremo al volante, magari già da Monza? “Non lo so ancora, aspetto e resto a vedere,” risponde rassegnato. Secondo le voci circolate nel paddock belga, però, sembra improbabile un suo ritorno già tra due settimane. Le sue speranze paiono infatti limitate alle ultime due gare stagionali, Brasile e Abu Dhabi, anche se ufficialmente la HRT deciderà la sua coppia di piloti di Gran Premio in Gran Premio.
Intanto, il 26enne ha firmato un contratto con la Red Bull, suo sponsor da lungo tempo, per guidare la monoposto del team in un’esibizione prevista sabato prossimo sul nuovo circuito di Yeongam, in Corea. Probabile che l’esperienza si ripeta due settimane prima della gara coreana sul circuito di Suzuka.
Il mese di vacanze estive, conclusosi proprio con Spa, ha invece riportato Chandhok a casa. “Sono andato in India e stavolta mi sono rilassato, contrariamente al solito quando sono impegnato con eventi di PR per gli sponsor,” racconta a 422race.com. “In più, ho fatto un giro sul cantiere del circuito del Gran Premio d’India che entrerà presto nel calendario.” (l’architetto di tutti gli ultimi tracciati di F1, ndr),” prosegue ai nostri microfoni. “Si trova a una ventina di km da Nuova Dehli, ma il traffico indiano è molto particolare e quindi per arrivarci ci si mette almeno un’ora. Ma non disperate, per il GP stanno progettando già una nuova autostrada…”
“La pista mi sembra una delle tipiche creazioni di Hermann Tilke