Sempre loro, solo loro, soltanto loro: le Peugeot 908, che dominano ancora una volta il week-end della Le Mans Series, imponendo un ritmo spaventoso, qui, dove le Audi R10, le uniche che potrebbero impensierirle, non ci sono, perché per motivi promozionali hanno scelto di starsene dall’altra parte dell’oceano a fare l’ALMS.(continua) Sempre loro, solo loro, soltanto loro: le Peugeot 908, che dominano ancora una volta il week-end della Le Mans Series, imponendo un ritmo spaventoso, qui, dove le Audi R10, le uniche che potrebbero impensierirle, non ci sono, perché per motivi promozionali hanno scelto di starsene dall’altra parte dell’oceano a fare l’ALMS. Un dominio iniziato dal venerdì, per dimenticare “la batosta” della Sarthe, con entrambe le vetture portate li davanti al sabato, per sfidare gli altri, o meglio, per far capire agli altri che sul podio c’era spazio solo per uno, ovviamente alla sinistra del vincitore.
Una gara, che inizia con la sorpresa di vedere la Lola Judd del Team Charouz retrocessa in ultima posizione per via dei restrittori non conformi al regolamento della Le Mans Series e la gioia di rivedere in griglia, nelle posizioni che contano, il Team Arena Motorsprort, che per alcune problematiche non aveva avuto l’opportunità di partecipare alla 24 ore di Le Mans.
Poco prima delle 12.00 si inizia per una 1000km che promette scintille e che in fin dei conti si risolve nelle prime due ore e negli ultimi 40 minuti di gara. Alla prima curva, la Courage di Gounon entra come un missile e riesce subito a portarsi al terzo posto, seguita dalla sorella gemella guidata da Cochet, ad inseguire invece la Pescarolo Judd di Collard/Boullion e la vettura del Team Arena, partita male.
Nella LMP2 prende il comando fin da subito la Lola del Team RML, capitanata del duo Newrton/Erdos, che rimarranno leader fino alla fine, ottenendo anche un ottimo sesto posto nella classifica assoluta.
Nel GT1 la situazione al via presenta la Saleen di Ortelli e Ayari in testa che prendono esempio dalla Lola e non cederanno più per tutta la gara la vetta della classifica GT1, ottenendo un ottimo successo per la scuderia californiana, creata dall’idea “romantica” di creare un'auto di lusso da un ex dipendente Ford nel 2001. La situazione alle spalle invece vede un ottimo Bouchut, scattato bene al via e una Aston Martin DBR9 di Fittipaldi in crisi, nelle prime battute di gara.
La Dome del Team Racing For Holland, anch’essa relegata nelle ultime posizioni, inizia un disperato recupero e in pochi minuti Lammers è già 19esimo, mentre in GT2 Simmons su Ferrari 430 prende la vetta, seguito dall’ottimo Werner su Porsche 997, reduce dalla gloriosa vittoria a Le Mans. Dopo appena 40 minuti di gara Minassian si trova al comando con alle spalle Sarrazin che comunque rinuncia all’attacco per non compromettere una sicura doppietta, resa ancor più prestigiosa dal tempo “monstre” di Minassian (1’44”046) che resterà imbattuto fino alla fine della gara.
Gounon intanto lancia proclami di “podio sicuro” per la Courage, dimenticandosi di correre in Endurance, cioè “gare di durata”, non “gare sprint”, come poi si renderà conto più tardi, quando la gioia per aver “saldato” il debito con la sfortuna accorso nell’incidente alla Sarthe si tramuterà in disperazione.
Dopo un ora di gara ecco le prime scintille tra l’Arena Motorsport e la Pescarolo di Collard, quando l’attenzione si sposta sulla gomma posteriore sinistra della vettura di Minassian/Gene, che accusa dei problemi al pit stop. Una situazione dalla quale approfitta Sarrazin, che porta l’altra 908 in testa, la quale consoliderà la leadership pochi giri più tardi, quando la Peugeot di Minassian sarà costretta ad un check up al box per dei problemi con il livello dell’olio e poi ad uno stop & go che ha condizionato pesantemente il risultato della gara. Nonostante le disavventure Minassian/Gene non hanno particolari problemi a recuperare posizioni, tanto che solo dopo pochi giri sono secondi, anche se dai primi accusano un giro di ritardo, impossibile da recuperare per tutta la gara.
Dopo due ore di gara la situazione inizia a creare quella sorta di altalena di posizioni che si scambiano per via delle strategie ai pit stop, creando la solita confusione della metà gara, nella quale torna in alto il nome della Charouz, che dopo il pit esce al sesto posto, dietro la Pescarolo di Boullion e le due Courage e davanti al Creation Team e all’Arena Motorsport.
Nella LMP2, intanto, il leader Erdos lascia il posto a Newton, il quale perderà molto del tempo che il brasiliano aveva guadagnato durante il suo stint. Intanto in GT2 scambio di posizioni tra le due Porsche 997 di Werner e Lieb. Alle 16.21, con un ora e mezza alla fine della gara, il Team Charouz si trova a perdere posizioni a scapito del Team Arena che adesso con Shimoda si va a prendere la 5° piazza e il Creation Team che con l’ex Formula 1 Nakano va a prendersi il sesto posto.
Prima delle ultime battute di gara con le situazioni del GT2 e LMP2 “sistemate” e dominate dalla Lola di Erdos/Newton in LMP2 e da Simonsen/Bell su Ferrari 430 in GT2, la lotta si infiamma in GT1, dove l’Aston di Fittipaldi/Garcia va a riprendersi la seconda posizione, seguita dalla Corvette C6 di Policand e dall’altra Aston, comandata al momento dall’eccezionale Bouchut.
Ed eccoci arrivati al momento chiave della gara, con solo mezz’ora alla fine della gara, il destino beffardo e irritante si prende il divertimento di ricompensare Gounon, che dopo mezz’ora di gara aveva proclamato un “podio sicuro”, con un insabbiata alla curva Dunlop che lo sbatte in ottava posizione di categoria. Ultime emozioni che arrivano dalla lotta per la quarta posizione tra la Charouz comandata al momento da Jan Charouz e la Creation di Nakano, che si risolve con un sorpasso alla prima curva dell’ultimo giro da parte di Charouz che porta la sua auto ad un ottimo risultato, nonostante la squalifica della domenica mattina che aveva fatto pensare a una trasferta disastrosa.
Non male per la Pescarolo che, senza infamia e senza lode, porta a casa un utile terzo posto, il primo tra i “comuni mortali” con Boullion/Collard. Bene anche il Barazi Epsilon Team del LMP2, secondi, dietro ai fenomenali Erdos/Newton e davanti alla Lola di Amaral/De Castro/Burgeno.
In GT1, come già detto, gloria per la Saleen di Ortelli/Ayari, mentre in GT2 vincono Bell e Simonsen.
Disastro per la Courage, invece, che dopo le belle speranze dei primi momenti della gara si trova ancora a riflettere sui propri errori, come a Le Mans, perché senza l’errore in testacoda a mezz’ora dalla fine di Gounon sarebbero quarti. Nulla da dire invece sull’altra Courage di Cochet/Frei, penalizzata invece da problemi al motore. Male anche le Dunlop, surclassate dalle Michelin e ottima prestazione nella GT2 per le Pirelli. Prossimo appuntamento il 17-18-19 ottobre in Vallonia, per la tradizionale 1000 km di Spa.
Giacomo Sgarbossa