Come si era vociferato ieri, Giedo van der Garde e la Sauber hanno raggiunto un accordo per chiudere una volta per tutte le disputa legata al suo contratto. L'olandese infatti aveva avviato un'azione legale presso una corte di Melbourne chiedendo una volante in virtù di un accordo firmato che era precedente a quelli di Felipe Nasr e Marcus Ericsson. (continua...)

La corte australiana gli ha dato ragione, ma alla fine, anche per questioni legate all'ottenimento della Superlicenza, hanno corso regolarmente Nasr ed Ericsson. Questa mattina poi il pilota olandese ha annunciato con un comunicato stampa di aver raggiunto un accordo con la squadra di Hinwil per risolvere il contratto.

"Abbiamo raggiunto un accordo con la Sauber ed il mio contratto è stato terminato consensualmente. Come pilota molto appassionato comunque sono molto triste e deluso. Ho lavorato molto duramente per tutta la mia carriera, fin da quando avevo otto anni, con il solo obiettivo di diventare un pilota di Formula 1. Finalmente avevo sperato di poter dimostrare cosa sono capace di fare, guidando una vettura che potesse stare almeno a metà gruppo. Questo sogno purtroppo mi è stato portato via e so che il mio futuro in Formula 1 è probabilmente finito" ha spiegato Giedo.

Poi però prosegue con un attacco piuttosto duro: "La scorsa settimana ci sono state parecchie speculazioni, quindi voglio fare alcuni chiarimenti: il mio sponsor aveva pagato per intero quanto pattuito per la stagione 2015 e lo aveva fatto nella prima metà del 2014. Questo era stato fatto in buona fede, per aiutare la squadra che stava vivendo un periodo difficile a livello finanziario. In effetti, i pagamenti del mio sponsor hanno aiutato la squadra a sopravvivere fino alla fine del 2014".

Riguardo alla chiusura dell'accordo non ha potuto rivelare troppi dettagli, ma da come parla Van der Garde le voci legate ad un risarcimento di 15 milioni di euro potrebbero anche non essere del tutto infondate: "Il processo decisionale che ha fatto la Sauber in questa vicenda è bizzarro e non ha senso per me. Non sono libero di discutere i dettagli, ma la Sauber mi ha offerto un risarcimento significativo per evitare di onorare il contratto che avevano con me. Posso solo essere soddisfatto del fatto che finalmente siano stati riconosciuti i miei diritti e che almeno è stata fatta giustizia in qualche modo".

Ma non è tutto, perché il 30enne ha spiegato anche i motivi che lo hanno spinto a non bloccare fino in fondo la squadra di Hinwil a Melbourne, nonostante la corte gliene avesse dato la possibilità: "Se avessi portato avanti la cosa la gara a Melbourne sarebbe stata rovinata perché le vetture sarebbero state sequestrate dalla corte e avrei messo a rischio la carriera di due ragazzi giovani come Marcus Ericsson e Felipe Nasr. Quindi ho deciso che non volevo convivere con questa idea, perché erano solo i responsabili della squadra ad aver creato la situazione bizzarra in cui mi trovavo".

Infine, l'ex pilota della Caterham spera almeno che il suo caso possa aprire la strada ad una maggiore tutela nei confronti dei piloti che hanno un contratto firmato: "Ci sono numerosi esempi di piloti che hanno visto la loro carriera distrutta perché non hanno avuto il supporto professionale che ho avuto io. Spero quindi che il mio caso senza precedenti possa servire come esempio per illustrare cosa bisogna cambiare e che possano essere introdotte nuove norme per proteggere i diritti dei piloti".

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