renault_147In comunicati stampa del genere, ogni dettaglio, ogni parola è soppesata con il bilancino. E lo si vede bene fin dal titolo scelto per il tanto atteso annuncio di oggi: “Genii Capital e Gruppo Lotus si uniscono nella Lotus Renault GP”. Sottotitolo: “La Lotus, il costruttore, ritorna in Formula 1.” (continua...)

Il nuovo capitolo della guerra delle due Lotus sta proprio in quell’inciso: “il costruttore”. Già, perchè la Lotus che oggi annuncia la firma di “un’alleanza strategica” con la Genii Capital, finanziaria lussemburghese proprietaria della squadra di Enstone, è proprio quella che costruisce le vetture stradali e con il team di Tony Fernandes, che quest’anno ha riportato il nome Lotus in F1 grazie ad un accordo di licenza, condivide solo la nazionalità malese della casa madre, la Proton.

La neonata Lotus Renault GP ci tiene a mettere le cose in chiaro: “A seguito del ritorno del nome Lotus in Formula 1 nel 2010, grazie alla licenza concessa dal Gruppo Lotus, questo storico annuncio segna il ritorno completo del costruttore Lotus in questo sport.” L’accordo di sponsorizzazione durerà fino alla fine della stagione 2017 e la Renault continuerà a garantire il suo appoggio come fornitore di motori e di expertise tecnologico e ingegneristico, ma non sarà più azionista del team, avendo venduto la sua quota residua del 25% proprio alla Proton.

“Per il team inizia una nuova era,” annuncia in pompa magna il presidente del team, Gerard Lopez. “Ma continueremo a mantenere una forte partnership con la Renault, come tributo al lavoro eccellente svolto quest’anno dal team ad Enstone, che ci ha permesso di attrarre grandi sponsor e nuovi investimenti per un futuro molto brillante.” La Lotus sarà dunque presente nel 2011 in una serie di categorie come partner di team importanti: oltre alla Formula 1, anche in GP2 e GP3 (insieme alla ART Grand Prix) e in IndyCar Series (insieme alla KV).

“Non posso pensare ad alcuna migliore piattaforma per la comunicazione del marchio che l’automobilismo e la F1 è l’apice delle corse per monoposto,” commenta il direttore generale del Gruppo Lotus, Dany Bahar. “Siamo ben consapevoli delle grandi controversie avvenute intorno all’uso del nostro marchio in F1 e sono felice di poter chiarire formalmente la nostra posizione una volta per tutte. La Lotus siamo noi. E siamo tornati.”

Tutto risolto, dunque? Nemmeno per sogno. Se infatti la nuova Lotus Renault GP, per estremo sfregio a Fernandes, che aveva già annunciato di voler correre con la storica livrea nero-oro della Lotus anni ‘70, ha diramato anche un’elaborazione grafica in cui la sua vettura appare già con la stessa colorazione in chiave 2011, restano ancora degli ostacoli da superare.

Prima di tutto c’è proprio il team dell’imprenditore malese, che da David Hunt (ultimo liquidatore fallimentare della scuderia Lotus in F1, nonchè fratello del compianto campione James) ha acquisito il nome Team Lotus, con cui si è iscritto ufficialmente al Mondiale del prossimo anno. E di certo due Lotus, entrambe motorizzate Renault e con gli stessi colori, sulla griglia di partenza non ci potranno essere. Chi sarà, dunque, a recedere? E in cambio di cosa?

E poi c’è proprio quella lista degli iscritti al prossimo campionato diramata dalla FIA solo la settimana scorsa, in cui il team compare con la vecchia dicitura Renault F1 Team. Cambiare un nome a stagione in corso è possibile, ma la squadra rischia di perdere la ricca fetta di diritti commerciali acquisiti con il quinto posto nel campionato costruttori.

E qualche mese fa, agli albori di questa intricata vicenda, qualcuno ipotizzò addirittura che lo stesso primo pilota Robert Kubica, avendo firmato un contratto con il Renault F1 Team e non con la Lotus Renault GP, potesse eventualmente svincolarsi dall’accordo per i prossimi due anni. La guerra delle due Lotus continua, insomma. Fuori, prima ancora che in pista.

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