
La macchina è basata su un progetto molto radicale, ha uno stile aggressivo e dopo i primi commenti del responsabile tecnico Pat Fry e di Fernando Alonso servirà del tempo per codificarne l’intero potenziale, ma al momento il team principal Stefano Domenicali conta sul “sostegno del presidente Montezemolo” per mantenere bassa la tensione alla vigilia dell’appuntamento di Melbourne.
“Io non sono colui che progetta l’auto: il mio compito è quello di dare agli uomini tutto ciò di cui hanno bisogno in termini di organizzazione e struttura”, ha indicato Domenicali. E lo stesso Montezemolo ha chiarito che nessuno del gruppo è in discussione, dopo che nella passata stagione furono sollevati elementi importanti della precedente gestione (in particolare l’ingegnere Aldo Costa ora in Mercedes) per impostare quella attuale, che ovviamente richiede del tempo per dare i suoi frutti. “Ho sempre dato al mio staff tempo e fiducia”, ha riferito a “La Gazzetta dello Sport”. “Non abbiamo ancora cominciato e si stanno mettendo le persone in dubbio? Non voglio parlare di questo” ha affermato in modo secco il numero uno di Maranello.
Parlando della vettura, emerge che c’è ancora del margine non espresso durante i test, una delle questioni sempre aperte per Montezemolo: “I test sono troppo pochi e, purtroppo, sono fatti in pubblico. Ma vorrei ancora aspettare prima di trarre conclusioni sulla lotta per il titolo. Secondo i piloti, la F2012 ha alcuni elementi negativi, ma anche alcune positivi. I problemi sono stati identificati e spero che possano essere risolti rapidamente”, ha riferito fiducioso.
Tra i temi al centro del dibattito anche quello sulle monoposto clienti, una opzione che contribuirebbe, secondo il numero uno del team modenese, a facilitare il ritorno di una presenza italiana sulla griglia di Formula 1, vista l’attuale assenza di piloti italiani come nel lontano appuntamento del Nurburgring del 1973. Sempre a “La Gazzetta dello Sport”, Luca Cordero di Montezemolo ha chiarito inoltre che concedere in licenza a un altro team una monoposto di un’altra scuderia (nel caso specifico una Ferrari), sarebbe un modo ideale per promuovere una giovane italiano sulla griglia della F1.
E interpellato proprio sulla possibilità che la scuderia Ferrari possa essere interessata a promuovere nuovi piloti italiani, Montezemolo ha replicato: “E ‘una lunga storia, vediamo cosa esce dalla Ferrari Driver Academy. l vero problema è che non c’è alcuna possibilità per i giovani piloti. Diciamo che io arrivo con tre italiani molto forti provenienti dalle formule minori. Qual è il prossimo passo? Non posso concedergli test con la vettura di F1 perché i test sono vietati. Fargli fare una gara con la 458 GT è un lavoro diverso. Ho un’idea: dare a una squadra minore una Ferrari dell’anno precedente, costringendoli a schierare un giovane italiano, che sarebbe fantastico …”.
Poi il presidente della Rossa sarebbe favorevole a un aumento a metà stagione dei test, dicendo che la discussione va oltre la semplice voglia di testare e migliorare la F2012 di quest’anno, dopo un l’enigmatico inizio. “La Ferrari ha una macchina che deve essere ulteriormente valutata, scoperta e guidata”, ha ribadito. “I test sono pochi e pubblici, purtroppo. Mi piacerebbe aspettare un po’ prima di giungere a delle conclusioni, con una stagione ancora lunga. E’ una discussione più ampia a cui parteciperemo in una fase successiva. Non mi piace una Formula 1 in declino, senza prove e senza innovazione tecnica. E’ bello avere grande attenzione sui costi, ma senza rinunciare alla tecnologia e allo sviluppo. Non dobbiamo solo ridurre”.
L’ipotesi di una terza vettura, però, non sembra trovare molti proseliti nel paddock, e il team principal della scuderia McLaren, Martin Whitmarsh, sarebbe dell’idea opposta. “Non pensiamo che le auto concesse ai clienti siano una cosa giusta per questo sport”, ha riferito. “Sono i diversi team e costruttori, che costruiscono e producono le loro vetture, a diversificare la Formula 1 da altre forme di motorsport. Ci sono un sacco di sfide finanziarie per il nostro sport e, nel caso un giorno dovesse essere necessario, allora per la sopravvivenza del nostro sport si assegnerebbero delle vetture a dei clienti. Però, dimenticate la nostra posizione per un momento, filosoficamente non credo sia la cosa giusta”.