ferrari_487Sono arrivato in Giappone questa mattina e ho trovato la pioggia ad accogliermi oggi pomeriggio in pista a Suzuka. Il primo pensiero che ho avuto è stato “meglio oggi che sabato o domenica” perché quest’anno non è che l’asfalto bagnato ci abbia portato molta fortuna: penso soprattutto al Canada, una gara in cui avevamo davvero le carte in regola per vincere ma che si è alla fine trasformata nell’unico zero di questo campionato. (continua...)

Le previsioni per il fine settimana sono abbastanza buone, almeno per le prime giornate mentre per domenica cresce la minaccia di pioggia. Del resto, non si può mai sapere da queste parti: ad esempio l’anno scorso fummo costretti a disputare le qualifiche la domenica mattina dopo il temporale del giorno precedente che aveva resto la pista impraticabile.

Dopo il Gran Premio di Singapore sono tornato a casa. Adesso abbiamo queste due gare consecutive in Estremo Oriente e poi il debutto della Formula 1 in India quindi meglio riposarsi un po’ in famiglia in vista del rush finale della stagione. Se è vero che ormai siamo fuori, anche aritmeticamente, dalla lotta per il titolo Piloti ci sono ancora sufficienti motivazioni per affrontare nella giusta maniera queste ultime cinque gare. Innanzitutto c’è il secondo posto nel campionato Conduttori: considerato com’è andata finora la stagione – dominata da un pilota come Vettel che soltanto una volta ha mancato il podio – sarebbe davvero un bel risultato, per me e per la squadra. Saremo in quattro a giocarcelo – oltre a me ci sono Webber e il duo della McLaren – e credo che dovremo aspettare fino ad Interlagos per avere un verdetto. E’ chiaro che se guardiamo all’andamento delle ultime gare non sarà certo facile perché i miei avversari diretti sembrano avere qualcosa in più da un punto di vista della prestazione della vettura ma non vuol dire che mi consideri senza speranze, tutt’altro. Sappiamo di dover fare tutto alla perfezione se vogliamo centrare l’obiettivo ma ci proveremo fino in fondo. Poi c’è anche il secondo posto nella classifica Costruttori, un obiettivo ancora più difficile, perché il ritardo dalla McLaren è notevole, ma non è impossibile. Infine, c’è la voglia, mia e di tutta la squadra – di chiudere nella maniera migliore una stagione che non è andata come volevamo. Centrare almeno una vittoria sarebbe il massimo: l’importante sarebbe essere sempre in lotta per il podio.

Ho vinto due volte il Gran Premio del Giappone, una volta al Fuji e una qui a Suzuka. Il successo più bello fu proprio quest’ultimo ma sono sicuro che nessuno della mia attuale squadra condivide questo giudizio. Hanno ragione perché posso capire il dispiacere che provarono quando Michael fu costretto al ritiro mentre era in testa davanti a me: fa male vedere la macchina fermarsi per una rottura. Del resto a me era successa la stessa cosa poche settimane prima a Monza: la Formula 1 sa essere crudele, a volte.

Dopo la gara di domenica andrò a Tokyo, una città che mi piace molto. Insieme a Felipe parteciperemo ad un evento organizzato da Ferrari Japan per il lancio della 458 Spider. Sarà anche l’occasione per mettere all’asta il muso della 150° Italia che fu utilizzato nel Gran Premio d’Australia, quello decorato con il messaggio di solidarietà per le vittime del terremoto che aveva colpito questo Paese poche settimane prima dello svolgimento della gara. So che Ferrari Japan è impegnata in una serie d’iniziative benefiche volte raccogliere fondi per la costruzione di una scuola a Ishinomaki, una delle località più colpite. Sabato incontreremo qui in circuito alcuni ragazzi provenienti da quella città: sarà un bel momento perché potremo fare qualcosa di importante per loro.

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