
E il 51%, a fronte dell’attuale 85, sarebbe anche la quota che la Fiat vorrebbe mantenere in Ferrari. Considerando la valutazione attuale della Ferrari, che supera i tre miliardi di dollari, un’operazione del genere varrebbe in teoria circa un miliardo. Dall’amministratore delegato del costruttore di Torino, Sergio Marchionne, presente a Parigi, è arrivata prima una smentita: “Abbiamo sufficienti risorse finanziarie per fare tutto ciò che dobbiamo.”
Poi, però, un’apertura, in un’intervista rilasciata al “New York Times”: “Potremmo considerare di vendere una parte della Ferrari, ma ora non è nelle nostre carte, non ho progetti sulla mia scrivania.” Sulla vicenda si è espresso anche il presidente del cavallino rampante, Luca di Montezemolo, smentendo che l’altro azionista di minoranza, il fondo d’investimento di Abu Dhabi Mubadala, sia pronto a vendere a sua volta parte delle azioni per facilitare la manovra. “Rimarrà un partner industriale molto importante per noi,” ha spiegato.
Sempre a margine del salone di Parigi, poi, Montezemolo ha espresso parole di soddisfazione per i profitti 2010 del suo marchio, vicini ai record storici. “Nonostante la crisi, chiuderemo l’annata meglio dell’anno scorso,”. E nonostante le voci che lo darebbero sempre più prossimo ad una fuoriuscita da Maranello a fine anno, per una futura carriera politica, il numero uno della rossa ha ribadito: “Sono pronto per lavorare molto per il futuro della Ferrari.”