La Ferrari debutta in Borsa a Milano che per l’occasione si è colorata di rosso. Dopo lo sbarco a Wall Street è stato il momento di Piazza Affari accogliere la gamma delle supercar di Maranello per la quotazione del titolo del Cavallino: alla cerimonia che ha aperto gli scambi era presente Sergio Marchionne, presidente Ferrari, oltre all'amministratore delegato Amedeo Felisa, Piero Ferrari e John Elkann, azionista di riferimento del marchio di Maranello. (continua...)

Non ha voluto mancare a questo importante appuntamento per l’economia italiana il premier Matteo Renzi: "Nonostante un'agenda fitta d’impegni ha trovato il tempo di venire qui - ha detto Marchionne - Gli rivolgo un grazie per quello che sta facendo per il Paese". Il presidente, inoltre, ha ribadito che “…le corse sono una parte fondamentale della nostra attività. È iniziato da pochi giorni per noi l'anno che dovrebbe essere quello del ritorno in vetta. La squadra c'è ed è forte e nonostante gli avversari lo siano altrettanto, vogliamo essere in Australia la squadra da battere perché siamo la squadra più vincente della storia. Abbiamo fatto tutti gli investimenti richiesti in modo da far tornare il titolo a Maranello"

Pronta la replica di Renzi: "Vorrei che il 2016 sia l'anno in cui smettiamo di recuperare i ritardi e cominciamo a correre più forte degli altri. La quotazione a Piazza Affari della Ferrari è una straordinaria occasione e invito gli altri grandi gruppi quotati all'estero a venire qui. L'Italia c'è e non deve aver paura del mondo. Questo è il messaggio che ci deve dare la quotazione Ferrari".

Con la quotazione a Piazza Affari si completa lo scorporo della Ferrari da Fca: il 10% del capitale di Maranello è stato quotato a Wall Street, un altro 10% è controllato da Piero Ferrari, mentre il rimanente 80% è stato distribuito fra gli azionisti del Lingotto. Il titolo Ferrari ha debuttato sul mercato milanese a 43 euro, in linea con i 44 euro (48 dollari) della chiusura di venerdì a Wall Street, per poi scivolare al ribasso in una giornata difficile per tutti i mercati mondiali.

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