L’asse fra la Mercedes e la Ferrari si è già rotto. Tutto ha marciato a meraviglia fintanto che gli interessi erano coincidenti, ma ora le strade di Brackley e Maranello si sono separate. Come è giusto che sia fra due Costruttori che esprimono il vertice della Formula 1. Probabilmente troveranno delle saldature nelle scelte politiche sul futuro, visto che la loro visione del Circus i domani è abbastanza condivisa, ma sul presente siamo alle… scintille. (continua...)
Lo si capisce dalle battute e, soprattutto, dai fatti che, invece, sono sostanziali. Maurizio Arrivabene si è presentato a Monte Carlo con un fastidiosissimo (e doloroso) fuoco di Sant’Antonio al volto, (l’herpes zoster che è una degenerazione della varicella). Il virus è scoppiato dopo che a Barcellona il team principal del Cavallino era reduce dai postumi dalll’operazione al gomito: “Un problema dopo l’altro, deve esserci stata una macumba dei tedeschi…”. L’ha detto, ovviamente, sorridendo.
E nella conferenza stampa dopo la gara a chi gli chiedeva se la squadra di Maranello avrebbe utilizzato il “motorone” in Canada ha risposto: “In Canada non useremo dei gettoni ma non chiedetemi quando lo monteremo perché non vorrei dare un'informazione ai tedeschi. Un po' di nazionalismo ci vuole...". Ma a Montreal sarà la Mercedes a far scendere in campo la seconda power unit (la prima ha coperto 4.389 km con Nico Rosberg in sei Gp!) e Andy Cowell, responsabile della factory di Brixworth, è pronto a giocarsi quattro o cinque gettoni dei sette residui rimasti per la stagione 2015, dando uno scrollone agli sviluppi: finora, infatti, nessun motorista ha ancora speso i preziosi token. La Ferrari utilizzerà i bonus solo dal Gp del Belgio e fino a Spa Francorchamps dovrebbe proseguire con le unità standard perché non è stata ancora raggiunta la piena affidabilità della power unit evoluta.
È palese che i problemi della SF15-T non derivano dal motore che nell’inverno ha fatto un grosso salto di qualità (qualcuno ha stimato in quasi un secondo e mezzo il recupero dello 059/4): piuttosto devono essere colmate altre lacune, per cui la Rossa è lenta in qualifica perché non manda in fretta le gomme in temperatura. È da capire se è un problema di mancanza di carico aerodinamico o di sospensioni (si torna a gettare lo sguardo su quello schema pull-rod anteriore che obbliga ad assetti quasi inchiodati che certo non aiutano sul tracciato del Principato o a Montreal, pista fatta di stop and go).
Alla fine incideranno entrambi gli aspetti, ma se sulla sospensione c’è ben poco da fare, sull’aerodinamica è possibile intervenire anche pesantemente. Sul cittadino di Notre Dame arriverà un nuovo pacchetto di novità che dovrebbe permettere alla Ferrari di fare un altro salto di qualità, ora che a Monaco è stato acquisito quello che non aveva convinto in Spagna. E alla Mercedes lo sanno bene: Toto Wolff e Paddy Lowe temono la capacità di reazione di Maranello, specie ora che i dati di galleria del vento, CFD e simulatore combaciano con quelli della pista.
Per spiegare la situazione vale la pena raccontare un retroscena: nello Strategy Group di Biggin Hill gli uomini della Stella a tre punte si sono lamentati del fatto che la Ferrari stia violando gli accordi sui limiti d’uso della galleria del vento. Sotto accusa non tanto il fatto che l’Haas F1 Team utilizzi il wind tunnel di Maranello (cosa permessa dalle regole FIA), quanto che sfrutti la squadra cliente per portare avanti lo sviluppo aerodinamico della SF15-T.
Per i maligni del paddock la Haas avrebbe fatto realizzare dalla Dallara un modellino di galleria uguale in tutto e per tutto a quello della Rossa, per cui il lavoro di ricerca per la nascitura monoposto 2016 del team americano, potrebbe avere una ricaduta immediata sullo sviluppo della SF15-T che potrebbe beneficiare del doppio delle ore di galleria. Un’accusa grave che andava verificata immediatamente. E così è stato grazie alla FIA che ha mandato un suo tecnico a fare un’ispezione nel wind tunnel di Maranello.
Si chiama Marcin Budkowski. Professione aerodinamico. Un personaggio capace che è molto stimato nel Circus. Negli ultimi anni ha fatto la spola fra McLaren e Ferrari. Ha lasciato la squadra di Woking quando ne era il responsabile del reparto aerodinamico. Da qualche mese è entrato a far parte dello staff della FIA come coordinatore tecnico e sportivo: Jean Todt ha capito che la Federazione Internazionale non può affidarsi solo all’esperienza di Charlie Whiting e Jo Bauer per contrastare l’astuzia dei migliori ingegneri del mondo che animano le squadre del Circus. Si tratta di un passo importante che dovrebbe dare maggiore autorevolezza ai verificatori della FIA.
Dunque, è toccato al giovane ingegnere polacco andare a fare l’ispezione alla Ferrari. Budkowsi conosce bene la galleria di Renzo Piano perché ci ha lavorato. Dalla sua indagine non sarebbe emerso niente di anomalo nel rapporto che lega la Haas alla squadra del Cavallino. Non è il caso di fare le verginelle per non ammettere che qualche beneficio (non solo economico) ci deve essere stato a favore della Rossa, ma niente che non sia in linea con la lettura o, come si usa dire oggi, l’interpretazione delle norme scritte.
E non crediate assolutamente che Marcin possa aver avuto un benché minimo atteggiamento… accondiscendente con Maranello: primo perché era il suo primo incarico “importante” con la casacca della Federazione Internazionale e secondo perché nel recente passato si era messo in aspettativa alla McLaren perché aveva ricevuto una chiamata dalla Ferrari (nella gestione Domenicali) per tornare in Rosso. Un’attesa che, invece, era rimasta tale. Per cui poteva avere un po’ di amaro in bocca nell’andare proprio al Reparto Corse…