
Ci vuole davvero una faccia tosta a rigirare le carte in tavola: fino a prova contraria ci sono delle immagini della Rai che evidenziano lo strano comportamento dei meccanici Red Bull Racing già nelle libere del Gp di Monaco. Sia ben chiaro non è mai stato scritto da nessuna parte che non si potessero fare delle regolazioni a mano. È espressamente vietato modificare l’assetto della monoposto quando si trova in regime di parco chiuso.
La norma di usare degli utensili per effettuare le riparazioni o le sostituzioni dei pezzi autorizzati dai commissari tecnici della FIA è nata proprio per evitare che i “furbi” cercassero di cambiare l’altezza della monoposto agendo sul terzo ammortizzatore con una regolazione semplice e repentina.
Va detto e ripetuto che ci sono progettisti che concepiscono le monoposto non solo in funzione della competitività della vettura stessa, ma anche tenendo conto della rapidità con cui sono possibili le modifiche ai box nel limitato tempo delle prove libere. Ci sono macchine che hanno regolazioni di assetto semplicissime e altre che sono complicate. Adottare una soluzione semplice e pratica non è un indizio di fraudolenza, ma di progetto sano e razionale.
Se la FIA è intervenuta per cambiare la norma è perché “qualcuno” ha provato a fare il furbo, ma non significa che tutti quelli che avevano sviluppato un certo tipo di regolazione fossero scorretti. Così nel tritacarne adesso è finita anche la Ferrari: Autosport, che non aveva preso posizione contro la Red Bull Racing quando è scoppiato il caso relativo al Gp del Canada, ha però riportato subito le reazioni di Christian Horner, prima, e di Helmut Marko che ora tira in ballo la Rossa.
Hanno smentito una notizia che loro non avevano dato! La Formula 1 è sempre più somigliante alla nostra politica: ormai tutti i parlamentari sono considerati “ladri”, sebbene ci siano anche in parlamento dei galantuomini. Non ci aggreghiamo alla teoria del così fan tutti. Se ci sono delle prove che si tirino fuori, altrimenti si volti pagina…