formula_1137Iniziare, ma soprattutto terminare, una corsa dietro agli altri non gli è mai piaciuto, e l’aver subito un sorpasso da un doppiato, seppure illustre e rispondente a nome di Lewis Hamilton, a Sebastian Vettel dev’essere parsa un’onta di proporzioni cosmiche. Il fatto che poi il tedesco si sia visto togliere il secondo posto finale su decisione dei commissari di gara, che hanno considerato irregolare il sorpasso operato su Jenson Button, ha aggiunto ulteriore pepe ad una domenica già nervosa di per sé, e probabilmente ha fatto apparire la McLaren come fumo negli occhi, per il pilota della Red Bull. (continua...)

In tutto questo, a non essere andata per niente giù a Seb è stata, appunto, la manovra di Hamilton, che si è preso il lusso di sdoppiarsi dal campione del mondo, mentre questi stava cercando di ritornare negli scarichi di Fernando Alonso, per giocarsi la vittoria. Una mossa, quella di Lewis, che a molti, compreso lo stesso Vettel, che lo ha detto chiaro e tondo a fine gara, è apparsa come un tentativo di aiutare l’altro pilota McLaren, Button, ad agganciarsi al duo di testa, ma nella quale comunque non era ravvisabile alcuna irregolarità, dato che in quel momento l’inglese era più veloce dei primi, ed aveva dunque il diritto di potersi sdoppiare. Anche perché, va sottolineato, Hamilton ha poi tentato di liberarsi anche di Alonso, che non gli ha lasciato però campo libero.

Fatto sta che a fine gara Vettel non ha mancato di dare risalto a questo episodio, a suo dire importante per lo svolgimento della sua corsa, definendo “stupido” il comportamento di Lewis. Ovviamente la risposta del 27enne di Stevenage non si è fatta attendere, tramite frecciata per nulla implicita: “Quello che ha detto dimostra il suo grado di maturità”. A difesa di Hamilton sono intervenuti, com’era logico aspettarsi, il compagno di squadra Button, e il responsabile del team di Woking, Martin Whitmarsh. Se Jenson si è limitato a dire che Lewis aveva tutto il diritto di sdoppiarsi, Whitmarsh è stato più deciso: “Se è stupido, da parte di un pilota, correre la propria gara, allora faccio fatica a capire quali altri cose non lo siano. Era chiaramente più veloce, ha superato ed è andato via, quindi non capisco cosa ci sia di stupido nel suo comportamento. Evidentemente, però, per qualcun altro non è così”.

Ma gli attriti fra McLaren e Red Bull, nella domenica del GP di Germania, non si limitano alle scaramucce fra i rispettivi piloti; la questione delle mappature dei motori delle due RB8 ha animato notevolmente il paddock, e le voci secondo le quali sarebbe stata proprio la McLaren a denunciare le irregolarità devono essere arrivate anche alle orecchie di Chris Horner, che ha commentato stizzito: “Questa è la natura della Formula 1: cerchi sempre di andare più forte degli altri, che però ti accuseranno di aver fatto qualcosa di irregolare”.

Da qui ad ipotizzare un accanimento della FIA nei confronti della Red Bull, per via del rifiuto di sottoscrivere l’accordo per la riduzione dei costi, il passo è breve, ed è noto, come accaduto anche in passato, che la teoria del complotto è spesso di moda a Milton Keynes.

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