formula_849Nella guerra fra Todt da una parte, ed Ecclestone e le case costruttrici di motori dall’altra, riguardo all’ingresso nel circus dei propulsori turbo a quattro cilindri, alla fine escono tutti vincitori. (continua...)

Questo è quanto scaturito dalla riunione di ieri a Londra, presso l’aeroporto di Heathrow, nella quale le novità regolamentari decise unilateralmente dalla FIA per il 2013, riguardanti il passaggio nel 2013 a motori turbo, da 1.6 litri e 4 cilindri, introdotte senza aver ascoltato nessun parere nemmeno da parte di team e motoristi, sono state rinviate al 2014, con in più l’ulteriore variante che i cilindri non saranno 4, ma 6. Manca ancora l’ufficialità, dato che il provvedimento dovrà passare attraverso la votazione del Consiglio Mondiale dell’Automobilismo, ma dovrebbe trattarsi di una pura formalità.

Una mossa che soddisfa la stessa FIA, la quale così avrà comunque i suoi motori “verdi”, più rispettosi dell’ambiente, oltre a rendere contenti Ecclestone e i motoristi: il grande capo, insieme con Ferrari, Mercedes e Cosworth, si era opposto con forza al passaggio ad una cilindrata dimezzata rispetto all’attuale, anche per il fatto che in questo modo il rumore dei propulsori sarebbe stato molto diverso da quello solito. Col rischio di far perdere fascino alle gare del circus. Ma anche la Renault, che aveva minacciato di abbandonare la Formula 1 se si fosse proseguito ancora con gli attuali motori, dovrebbe apprezzare quest’ultima soluzione.

Per quanto riguardo situazioni più attuali, dopo aver vietato, a partire dal GP di Gran Bretagna del prossimo 10 luglio, i chiacchierati scarichi soffiati che tanto vantaggio darebbero alla Red Bull rispetto agli avversari, la Federazione ha deciso di sferrare un altro colpo alla superiorità dei campioni del mondo. Già dal week end di Valencia, che inizierà domani con le prime prove libere, i team non potranno più effettuare alcuna modifica alla centralina tra qualifiche e gara, con un eventuale cambio di mappatura possibile solo in occasione del primo pit-stop

Anche in questo caso a essere fortemente penalizzata dalla decisione sarebbe la Red Bull; il dominio assoluto del team anglo austriaco nel sabato pomeriggio, con 7 pole centrate in altrettante gare, sarebbe dovuto all’utilizzo di una mappatura del motore particolarmente “spinta”. Ciò significa che con la nuova limitazione imposta, le soluzioni possibili diventano due: continuare a preservare il vantaggio in qualifica, trovandosi poi fino al primo cambio gomme alle prese con consumi e surriscaldamento più elevati; oppure lasciare qualche decimo nella lotta alla pole, probabilmente sacrificandone qualcuna, ma avere meno rischi di affidabilità in gara.

La reazione della scuderia di Dieter Mateschitz, di fronte agli ultimi sviluppi regolamentari, è stata dura, con tanto di accuse indirizzate particolarmente verso uno dei rivali principali: “Se gli altri non riescono a copiarci, allora chiedono di bocciare le nostre idee. Una simile decisione a stagione in corso è strana e desta sospetti. La Ferrari ne viene sicuramente favorita e questo provvedimento sembra essere stato preso per favorirla”, ha sentenziato l’ex pilota austriaco e consulente Red Bull, Helmut Marko.

La cui rabbia sembra del tutto comprensibile, ma sparare a zero contro i rivali non giova certo alla serenità dell’ambiente.

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