pirelli_30Fra tutti gli spunti d’interesse riguardo alla nuova stagione, due sono quelli che hanno tenuto banco per tutto l’inverno, facendo passare in secondo piano le differenze di prestazioni in pista fra le varie scuderie. Stiamo parlando delle principali novità di quest’anno, ovvero l’ala posteriore mobile e le gomme Pirelli. (continua...)

Passati due giorni dal GP d’Australia, il discorso è passato da quello che ci si poteva attendere, nel bene o nel male, da queste new-entry, agli effetti che realmente hanno determinato nel comportamento delle monoposto.

Partendo dall’ala mobile, il giudizio sembra tendere verso una parziale insoddisfazione, riguardo al funzionamento di questo dispositivo. Infatti, se una macchina che ne inseguiva una molto più lenta è stata agevolata nel sorpasso, lo stesso non può dirsi quando i due contendenti disponevano di mezzi dalle prestazioni simili.

Come nel caso del prolungato duello fra Massa e Button, con Jenson che, nonostante fosse più veloce di Felipe, è dovuto rimanere a lungo dietro alla Ferrari, nonostante nel tratto consentito il pilota inglese ricorresse sistematicamente all’uso del flap.

Tesi confermata anche da Fernando Alonso a “La Stampa”: “Il sistema mi ha permesso di superare Rosberg, ma non Button; paradossalmente, se il distacco da chi precede è solo di 2-3 decimi, l’ala mobile non favorisce il sorpasso”. Incredibile, ma evidentemente possibile.

Un dato di fatto che ha portato la FIA ad un’apertura verso eventuali modifiche future sul funzionamento dell’ala mobile: “E’ vero, la sua efficacia a Melbourne non è stata ideale; ma lì il rettilineo era troppo corto, e la curva precedente troppo veloce. Vedremo cosa succederà in Malesia e Cina, per vedere se ci sarà bisogno di fare dei cambiamenti”, ha affermato Charlie Whiting al giornale svizzero “Le Temps”.

Di certo, alla Williams si augurano che dalla prossima gara ci sia un po’ più di attenzione da parte della direzione di gara, dato che, secondo il team inglese, Barrichello non ha potuto utilizzare l’ala, in alcune circostanze, perché non gliene veniva dato il permesso, tramite il segnale sul volante.

In un paio di occasioni, Rubens era vicino ad Heidfeld ma non ha potuto usare il dispositivo, che era erroneamente programmato per il secondo settore”, ha dichiarato il team manager Dick Stanford

Allo stesso modo anche la Pirelli, dopo aver incassato un bel po’ di complimenti, grazie ad una bontà delle prestazioni del tutto inattesa, dopo un inverno difficile dal punto di vista del degrado dei pneumatici, ha dovuto però difendersi da alcune rimostranze, originate dalla confusione dovuta ai diversi colori che distinguono una mescola dall’altra.

A tal proposito, Paul Hembery ha voluto fare alcune precisazioni: “Con la marcatura gialla non credo ci siano stati problemi, si vedeva chiaramente; mentre sono d’accordo sul fatto che sul pneumatico nero, il colore argento – che indica gomme dure – è un po’ più difficile da identificare”, ha ammesso Hembery ad “Auto Motor und Sport”, sottolineando, infine, tutta la soddisfazione per come sono andate le cose domenica: “Se quello dei colori è il rimprovero più grande che ci viene fatto, allora sono molto tranquillo”, ha concluso.

Tranquillità che alla Sauber ancora non riescono a trovare dopo la beffarda squalifica subita da entrambe le C30, al termine del Gran Premio, a causa di un’irregolarità riscontrata nella struttura dell’alettone posteriore delle monoposto svizzere.

Un provvedimento che ha cancellato in un attimo il 7° e l’8° posto conquistati da Perez e Kobayashi, per il quale il Peter Sauber non si dà pace: “E’ una follia, una violazione per soli 3 millimetri. Abbiamo due diversi tipi di ala, ed una non è stata ricontrollata bene dopo la costruzione. Ma non abbiamo avuto alcun vantaggio da tutto ciò”, il commento amaro del sempre onesto Peter.

Al quale fa da contraltare l’analisi, purtroppo cinica, ma rispondente al regolamento tecnico, dell’ex pilota Johnny Herbert, uno degli steward del GP australiano: “Spiace per loro, ma le norme sono chiare e non abbiamo potuto fare altro che squalificarli”.

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